“Sono quantificabili in milioni di euro le perdite dovute ai disastri di questa campagna martellante quanto vergognosa contro la Sardegna additata come untore di Covid”. L’accusa arriva da Faita Federcamping che chiede alla Regione di tutelare l’Isola “legalmente in tutte le sedi giudiziarie”. Secondo la federazione delle strutture ricettive all’aria aperta la Sardegna deve anche “pretendere che sia lo stesso Governo (che ci ha esposto a questa campagna) a cercare di porvi rimedio con una imponente campagna di comunicazione a favore dell’Isola”.
Dopo Ferragosto “con l’inizio di questa azione di disinformazione e diffamatoria – evidenzia il presidente di Faita Sardegna Nicola Napolitano – si è registrato un crollo e una massiccia cancellazione delle prenotazioni. Un danno quantificabile in diversi milioni di euro, con la perdita di centinaia di posti di lavoro e le ripercussioni sull’immagine per una intera Regione”.
“La stagione era già di per se disastrosa perché è partita monca, con tre mesi di ritardo, a luglio anziché ad aprile, ed abbiamo cominciato a vedere i primi risultati ad agosto – spiega Napolitano – e con fiducia guardavamo a settembre. Ma dopo Ferragosto abbiamo assistito a cancellazioni e disdette continue con la definitiva compromissione della stagione che già contava la perdita dell’80% del fatturato rispetto ai 230milioni di euro incassati nel 2019”.
Per Faita Sardegna una “doppia beffa” dopo che a maggio, insieme alla Regione, aveva chiesto un sistema di monitoraggio sul Covid agli arrivi nei porti e aeroporti. “Invece il Governo centrale – ricorda Nicola Napolitano – insieme a chi oggi ci addita come untori (sempre a torto visto i numeri), ci ha deriso, e ha descritto il metodo come limitativo della libertà personale, anticostituzionale. Oggi invece si vuole utilizzare il metodo da noi proposto, in modo discriminatorio, contro dei territori e non a tutela delle persone: si chiede per gli Stati identificati come zona rossa e all’interno dell’Italia lo vogliono istituire unilateralmente”. (ANSA)