Dai social si apprendono informazioni importanti, anche sulla violenza contro le donne. Tra tutti i tipi di abusi, quelli fisici, psicologici e verbali sono percepiti come i più diffusi contro le donne. Sono soltanto alcuni dei dati emersi dal questionario “Neanche con un fiore” della Polizia Locale di Sassari che ha coinvolto 590 tra ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni durante il progetto di educazione alla legalità contro la violenza di genere portato avanti dal Comando in tredici istituti superiori cittadini (con la partecipazione di oltre mille studenti). L’obiettivo è stato creare negli adolescenti la consapevolezza della gravità di specifici comportamenti prevaricatori e violenti e di fornire loro gli strumenti necessari per difendersi da una violenza di genere, e per aiutare chi la subisce. Un anno intenso in cui si sono discusse tematiche quali l’uguaglianza di genere, il rispetto, il dialogo, il ruolo educativo della scuola, della famiglia, delle altre istituzioni coinvolte. I risultati sono stati diffusi oggi, 11 aprile, durante l’incontro finale del percorso scolastico, a cui ha partecipato anche il sindaco Giuseppe Mascia. Durante la mattinata si sono esibiti ragazze e ragazzi di undici istituti in performance artistiche attraverso le quali hanno rappresentato la loro percezione della violenza contro le donne e gli strumenti per contrastarla: primi fra tutti l’educazione e la consapevolezza.
Una leggera prevalenza di maschi (49,8%) rispetto alle femmine (47,8%) ha scelto di rispondere online alle 22 domande proposte dal personale altamente qualificato della Polizia locale. La maggior parte dei partecipanti aveva tra i 16 e i 17 anni (48,3%), seguita dalla fascia 14-15 anni (27,0%) e infine dai 18 anni o più (24,7%).
Circa il 44,8% del totale dei partecipanti ha dichiarato di aver partecipato agli incontri di educazione scolastica del progetto, con percentuali simili tra maschi e femmine.
Si registra una crescente consapevolezza della punibilità degli atti violenti con l’aumentare dell’età. Dai risultati si rileva una maggiore propensione delle ragazze a riconoscere la punibilità rispetto ai maschi, soprattutto nelle fasce d’età più giovani, con una diminuzione della percentuale di “Non so” con l’aumentare dell’età.
I risultati suggeriscono che la consapevolezza della punibilità legale degli atti violenti aumenta con l’età tra i partecipanti al questionario. Le ragazze e le donne sembrano avere una percezione più chiara o una maggiore sicurezza nel ritenere che tali atti siano punibili dalla legge rispetto ai ragazzi e agli uomini, specialmente nelle fasce d’età più giovani. La percentuale di “Non so” tra i più giovani (14-15 anni) indica una possibile necessità di maggiore informazione o sensibilizzazione riguardo alle conseguenze legali della violenza.
Osservando le percentuali sul totale generale: La scuola (27,2%) e i social media (25,7%) emergono come le fonti principali di apprendimento sul tema, con percentuali simili. I notiziari seguono da vicino con il 25,6%. La famiglia (14,1%) e gli amici (7,4%) sembrano avere un impatto minore come fonti di informazione su questo tema.
Osservando le risposte più rilevanti (con le percentuali più alte sul totale):
Violenza fisica, psicologica e verbale (40,6%). Questa è chiaramente l’opzione più frequentemente indicata come costitutiva di violenza contro le donne.
Altro (13,5%): un numero significativo di partecipanti ha indicato altre forme di violenza non specificate nelle opzioni. Violenza nei confronti di una donna in quanto tale (10,9%): questa opzione, che sottolinea la motivazione di genere della violenza, è anch’essa significativa. Solo violenza fisica (8 %) e 11 non lo so (6 %) seguono con percentuali inferiori. Le differenze nelle risposte tra uomini e donne suggeriscono possibili divergenze nella percezione e nella consapevolezza delle diverse forme di violenza di genere. La frase aggiuntiva evidenzia la comprensione di forme di violenza sottili come la manipolazione e la possessione.
Attraverso il questionario sono state raccolte informazioni preziose su come i giovani percepiscono la violenza di genere nelle diverse forme (fisica, psicologica, sessuale, economica) e su come questa tematica sia affrontata nella loro scuola, nella famiglia, dai mass media e nel loro gruppo di pari.
Inoltre, lo studio ha voluto identificare eventuali fattori che potrebbero influenzare il comportamento degli studenti con riferimento alla violenza di genere, come il genere, l’età, l’esposizione ai media e la loro reazione davanti alle forme di violenza sopra elencate. Questo studio potrebbe servire da base per lo sviluppo di programmi educativi mirati nelle scuole, per sensibilizzare maggiormente gli studenti sui diritti, sul rispetto reciproco e sulla non violenza, creando un ambiente scolastico più sicuro e inclusivo che implica una conoscenza del tema da trasferire a livello familiare e nella cerchia di coetanei.