La sua è la storia di un’atleta che, nel tempo, grazie alla passione, alla volontà, alla dedizione ha vinto gare e conquistato premi e titoli. Da atleta che “lotta” sul tatami è diventata allenatrice e poi, ancora, arbitro internazionale. Il primo, e per ora unico, arbitro internazionale della Sardegna nella storia del Taekwondo isolano. Un ruolo che, nelle scorse settimane, ha ricoperto egregiamente ai campionati mondiali Cadetti e campionati mondiali Junior che, dal 28 luglio al 7 agosto, si sono svolti a Sofia, in Bulgaria.
È la storia di Chiara Temo, maestro del “Taekwondo Mario Altea”, nel Tarantini Fight Club di Sassari. È la storia di una donna che ha contribuito alla crescita del Taekwondo in Sardegna.
L’esperienza in Bulgaria rappresenta per lei un ulteriore momento di crescita. “Dopo aver partecipato a svariati Open e campionati europei – afferma -, questa di Sofia è in assoluto una perla. Non lo vedo come un traguardo ma come una finestra per poter guardare oltre e scegliere una meta più distante”. Durante la competizione bulgara la sassarese era l’unico arbitro italiano presente sui tatami.
E nonostante tutto l’atleta sassarese resta modesta e, allo stesso tempo, orgogliosa. “Sono fiera di aver potuto rappresentare il mio Paese – riprende – anche senza indossare una maglietta con sopra la scritta Italia. Nei 14 giorni passati all’Arena Armeec, insieme agli atleti in gara anche io mi sono sentita “Italy!” e ne ho orgogliosamente portato il nome”.
Un ruolo importante quello svolto da Chiara Temo nel palazzetto sportivo di Sofia. “Non è mancata la paura, ma non per insicurezza – precisa subito – quanto per senso di responsabilità verso gli atleti e il loro percorso. Avevo il timore che un mio errore potesse compromettere la meritata vittoria”.
Una paura che la sassarese ha superato velocemente, mostrando tutta la sua competenza, acquisita con l’esperienza e con la formazione specifica.
“Ricordo le prime convocazioni nazionali – conclude Chiara Temo – gli incarichi regionali, il percorso internazionale. Non ho mai smesso di insegnare Taekwondo, conoscere bene la mia disciplina e stare al passo con la sua evoluzione mi aiuta come coach. Ed essere coach mi aiuta a muovermi meglio sul quadrato e capire le dinamiche di un combattimento”.
E ora può vantare anche questa esperienza di arbitro mondiale.