Il Consigliere e Capogruppo del Gruppo di Minoranza di Sassari, Mariolino Andria, ha presentato un’interpellanza in cui chiede notizie sull’inerzia palesata su questo tema in oltre 34 mesi di governo della città e quindi sui motivi di questo ulteriore e grave ritardo, in termini di indirizzo politico sulla programmazione urbanistica. Un ostacolo al potenziale sviluppo per la tanto attesa riqualificazione dell’immenso patrimonio agricolo di Sassari.
“Nella Variante numero 8, che si appresta, dopo oltre un anno e mezzo, a tornare in consiglio su Prescrizioni della Regione Sardegna per la terza volta – scrive Andria -, il Comune di Sassari intende valorizzare la vocazione produttiva nelle zone agricole del Comune di Sassari; salvaguardare, riqualificare e mantenere gli elementi paesaggistici del tessuto agrario (muri a secco, siepi, sistemi di canalizzazioni) al fine di conservare o ripristinare l’equilibrio fra gli insediamenti e il territorio; recuperare e ristrutturare il patrimonio edilizio extraurbano, riqualificandolo e favorendo il suo riutilizzo per le aziende agricole e a scopo abitativo; soddisfare la domanda di fruizione sportivo-ricreativa sostenibile e didattico culturale e formativa proveniente dalla città e dalle attività presenti”.
“All’art. 46 Bis delle Norme Tecniche di Attuazione viene prevista la suddivisione del territorio agricolo delle aree periurbane della corona olivetata, sulla base di una lettura sistematica delle risorse ambientali
connesse con la stratificazione storica del processo di urbanizzazione, in Quattro Campi Ambientali. Tra questi anche Platamona probabilmente in contrasto con la Zona F4 individuata”.
“Le modalità di attuazione prescritte nel medesimo articolo 46 bis, proprio al fine di promuovere il processo di riqualificazione ambientale delle aree comprese nei suddetti quattro Campi ambientali ed ambiti, prevedono nel dimensionamento del piano una volumetria integrativa dell’esistente di complessivi mc. 400mila”. All’Amministrazione Comunale è demandato di predisporre un Piano quadro per il recupero paesaggistico-ambientale attraverso il quale verrà attribuita la volumetria spettante ad ogni Campo ambientale e predisporre le Linee guida di intervento per ogni singolo ambito di tutti i Campi ambientali con l’individuazione degli “Ambiti di recupero”, da assoggettare poi all’attenzione del Consiglio comunale”.
“L norme, confermate più volte nelle variegate Varianti generate da questa amministrazione, attribuiscono all’esecutivo, all’assessore e al Sindaco, l’individuazione delle risorse finanziarie atte a supportare l’iniziativa e che all’interno degli “Ambiti” ai sensi dell’Art. 27 della Legge n.457/78 i Piani di recupero potranno essere di iniziativa pubblica, ma anche di iniziativa”, conclude Andria.