Useri (M5S): “Disparità di trattamento nel bonus famiglie regionale”

“Considerata la situazione di emergenza e la necessità di dare urgentemente un sostegno ai sardi, la condivisione di questo provvedimento è stato un atto di responsabilità politica doveroso e necessario e solo ora che i Comuni hanno ricevuto i fondi e sono stati pubblicati gli avvisi, noi operatori a supporto dei cittadini scendiamo in campo per aiutare ad inoltrare la domanda, e nonostante la dimestichezza con la burocrazia, anche questa volta non è tutto semplice”. Laura Useri, consigliere comunale di Sassari del MoVimento 5 Stelle, interviene nella discussione sui bonus alle famiglie istituiti dalla Regione Sardegna.

Secondo la Useri, l’invio della richiesta “tramite PEC non è sicuramente un sistema di trasmissione alla portata di tutti e ancora meno di persone che in tantissimi casi non hanno neppure un personal computer o che , avendolo, hanno difficoltà nel suo utilizzo”. Ritiene anche “assurdo l’onere del controllo, a carico dei comuni, a campione delle pratiche per un minimo del 5% delle domande, sia perché il dispositivo è poco chiaro, sia perché sono contemporaneamente presenti diverse forme di sostegno al cittadino, delle quali alcune cumulabili ed altre no, e non tutti i cittadini hanno la conoscenza di quali somme siano da conteggiare e quali no nella predisposizione della domanda”.

“Ad oggi i Comuni – prosegue la Useri – non hanno accesso a tutte le banche dati, condizione che consentirebbe all’ufficio ricevente di poter verificare con il solo codice fiscale del richiedente, se è percettore di forme di sostegno, come Reddito di Cittadinanza o Naspi, determinando così una corretta destinazione delle risorse finanziarie alle persone che hanno diritto. Non è da sottovalutare inoltre che, recuperare le somme indebitamente erogate risulterebbe impossibile nei confronti di chi non ha nessun bene sul quale potersi rivalere, ed ecco perché l’azione di controllo preventiva non dovrebbe essere a campione, ma estesa a tutte”.

“Il sito dell Regione, inoltre, è poco chiaro sul bonus alle famiglie – sottolinea – perché ci sono risposte discordanti alle domande frequenti. Inoltre c’è una grave disparità di trattamento, perché sono esclusi i nuclei familiari che hanno redditi o pensioni sotto gli 800 euro, ma sono inclusi tutti quelli che percepiscono contributi pubblici. Entrambi i nuclei familiari al di sotto di 800 euro dovrebbero avere diritto di accesso al bonus, in quanto la situazione economica è invariata causa Covid-19 sia per chi si ritrova nelle cause di esclusione indicate nell’avviso, sia per chi percepisce contributi pubblici, quali Reddito di cittadinanza, REI, NASPI , la cui entità non è variata causa Covid-19. Credo sia opportuno un immediato chiarimento in tal senso prevedendo l’inclusione anche dei nuclei esclusi dall’articolo 2 dell’avviso (pensionati e reddito di lavoro dipendente), quando al di sotto degli 800 euro, al fine di garantire una situazione di parità di trattamento sociale a tutti i cittadini in questo grave periodo di emergenza sanitaria”.

“Oltre questo – aggiunge -, c’è anche un’iniqua ripartizione della somma di 800 euro divisa pro capite, poiché in un nucleo familiare composto da due persone si avrà una disponibilità per soggetto di 400 euro, mentre in un nucleo con tre persone si avranno 266,66 euro a disposizione per ciascuno. Questo fa sì che più la famiglia è numerosa, più la somma sarà ridotta, riducendo la disponibilità monetaria per la sopravvivenza di ogni singolo individuo”.

“Anche il requisito di accesso al beneficio, che deve essere inferiore a 800 euro per un nucleo familiare di tre persone, è estremamente penalizzante per i nuclei familiari più grandi, composti ad esempio da cinque persone, che hanno un reddito di 850 euro e che quindi non possono accedere al beneficio, se lo confrontiamo con un nucleo familiare sempre composto da 5 persone, che percepisce un reddito di 750 euro, e che essendo al di sotto della soglia stabilita dal dispositivo avrà diritto alla differenza pari a 450 euro. Questo – conclude – genera una disparità di trattamento per lo stesso nucleo familiare a seguito dell’errata determinazione della soglia di esclusione, non garantendo così a tutti i cittadini pari quota di sopravvivenza quando si è in presenza della stessa composizione del nucleo familiare”.

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