Il secondo comune più piccolo della Sardegna, con poco più di cento abitanti, sorge su una ripida collina rocciosa cinta per tre lati dal lago del Temo, è certamente annoverato tra i borghi più belli della Sardegna. Un luogo unico, suggestivo,che vanta diversi elementi di interesse.
L’amministrazione comunale, eletta lo scorso ottobre, è impegnata in un ambizioso progetto di rigenerazione sociale, culturale ed economico del piccolo Comune, valorizzando sia gli attrattori storici e culturali che quelli paesaggistici e naturali, non volendo rassegnarsi al progressivo spopolamento ed all’inesorabile declino.
Atal fine la sindaca, Giovannina Fresi, ha recentemente sottoscritto una convenzione con il Rettore dell’Università degli Studi di Sassari, ratificata dal CDA e dal Senato Accademico, che coinvolge vari dipartimenti, avviando così una collaborazione pluriennale con l’Ateneo. Il primo banco di prova è stato il supporto tecnico, scientifico e progettuale fornito per la partecipazione del Comune di Monteleone Rocca Doria alla candidatura di un progetto pilota per la Regione Sardegna, “Attrattività dei Borghi Storici a rischio di abbandono e abbandonati”,che prevede un investimento di 20 milioni di euro del PNRR, che la Giunta regionale assegnerà ad un solo borgo.
Nei giorni scorsi è stata presentata la proposta progettuale,con il coordinamento e la direzione scientifica della docente prof.ssa Alessandra Casu del Dipartimento di architettura di Alghero e del prof. Pier Andrea Serra, unitamente ai collaboratori dei vari dipartimenti dell’Università di Sassari. Un ambizioso progetto di rigenerazione culturale, sociale ed economica per Monteleone Rocca Doria,essendo un borgo a rischio di definitivo abbandono, candidatosi quale progetto pilota per l’attuazione di politiche di rigenerazione, sostenibilità e innovazione.
“Abbiamo costruito un progetto innovativo, coinvolgendo in primis la comunità resiliente del borgo, principali portatori di interesse, capace di valorizzare le tante risorse storico-culturali e paesaggistico-ambientali -afferma la sindaca Giovannina Fresi-pensiamo di poter rappresentare un modello per rigenerare i tanti borghi a rischio spopolamento della Sardegna”, restituendo ad essi vitalità ed attrattività”.
“Sappiamo che sono state presentate circa 20 proposte e pertanto la competizione sarà molto dura, sappiamo anche che la scelta in capo alla Giunta regionale sarà sostanzialmente politica, non essendoci un punteggio oggettivo da attribuire ai singoli elementi della proposta -continua la sindaca-ma abbiamo voluto comunque mettere in campo il massimo impegno per proporre soluzioni innovative, in grado di affrontare i principali problemi che causano l’abbandono dei piccoli borghi: mancanza dei servizi (commerciali, scolastici, sanitari, ecc.), mancanza di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani, difficoltà a restaurare/realizzare abitazioni per coppie e famiglie”.
Ben 41sono stati gli accordi di partenariato sottoscritti, che hanno coinvolto nel progetto centri di ricerca (Università, AOU, CRS4; Porto Conte Ricerche, ISPROM, ecc.), Enti pubblici regionali e statali (Provincia di Sassari, ENAS, Camera di Commercio, Parco Nazionale dell’Asinara, ecc.), istituzioni culturali (Accademia di Belle Arti, Conservatorio di Musica di Sassari, le Fondazioni Alte Vie e Pio Alferano), imprese private (Abinsula, Neuralika, Mediando, Coop. Teatro e/o Musica, il Tour operator BITN, ecc.) numerose prestigiose associazioni, che organizzano iniziative ed eventi di livello internazionale, ma anche istituzioni ecclesiastiche, come la Diocesi di Alghero-Bosa, o fondazioni di origine bancaria, come la Fondazione di Sardegna.
Le schede progetto presentate dal Comune sono state 19, che spaziano dal recupero del patrimonio immobiliare nel borgo, collocato integralmente nel centro matrice, sia a fini residenziali (anche di housing sociale) che ricettivi (albergo diffuso e B&B), fino ai servizi sperimentali in campo sanitario (telemedicina, profilazione genetica, riabilitazione cardiologica ed elisuperficie per l’elisoccorso), alla mobilità elettrica (con bus navetta, auto, bici, battelli) ed aerea (idrovolanti ed elicotteri) e, naturalmente,alla valorizzazione dei siti culturali (castello, chiese, museo, parco Grazia Deledda) e ambientali (lago, percorsi panoramici, ippovie, ferrate, parco avventura, ecc.).
Molto spazio è stato dedicato alle azioni immateriali (coop. di comunità, la realtà aumentata, la ricostruzione del castello in 3D, valorizzazione dei saperi locali, ecc.) ed alle reti nazionali ed internazionali (borghi più belli, iter vitis, genovesità diffusa nel Mediterraneo, ecc.) nelle quali inserire il piccolo ma bellissimo borgo, edificato dalla potente famiglia genovese deiDoria nel XIII secolo, ma che conserva testimonianze significative di epoca nuragica, punica e romana, a testimonianza della vocazione storica all’insediamento umano dell’area, che purtroppo oggi si sta perdendo.