L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca) ha reso operative sei stazioni mareografiche nell’ambito della ‘Rete di sorveglianza operativa’ nazionale, parte fondamentale del Siam (Sistema di allertamento nazionale per i maremoti generati da sisma), costituito da Ispra, Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), con il coordinamento della Protezione civile nazionale.
La ‘Rete’ si occupa del monitoraggio del livello del mare a difesa delle aree costiere potenzialmente esposte a maremoti generati da terremoti nel Mediterraneo.
Una di queste sei stazioni si trova in Sardegna, a Capo Teulada: la prima, dal 14 giugno, ad essere pienamente operativa. Assicura la registrazione di dati mareografici e la loro trasmissione per 24 ore al giorno e 7 giorni su 7. I dati del livello del mare, registrati con precisione, sono trasmessi in tempo reale al Centro allerta tsunami (Cat) dell’Ingv e sono visionabili e scaricabili in rete sul sito dell’Ispra: tsunami.isprambiente.it/Tad_Server.
Le altre cinque sono a Porto Palo, Pantelleria e nelle piccole isole di Marettimo in Sicilia, a Roccella Ionica e Cetraro Lido in Calabria.
“Sono progettate per resistere a dure condizioni, secondo gli standard internazionali fissati per la misura di onde da maremoto fino ad un’altezza massima di 10 metri e campionabili alla velocità di un secondo – ha spiegato l’assessore della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, con delega alla Protezione civile -. Rappresentano le prime installazioni per il potenziamento della rete di osservazione del livello del mare, con particolare attenzione alle aree costiere caratterizzate da sorgenti sismiche a elevato rischio tsunami. La stazione di Capo Teulada segna l’avvio della nuova rete di osservazione del livello del mare nel Mediterraneo, progettata anche per accogliere ulteriori sensori, secondo le esigenze e le indicazioni delle Autorità regionali”.
Nei giorni scorsi, inoltre, nella sede della Protezione civile regionale, si è riunito un tavolo tecnico coi rappresentanti dell’Ispra, dell’Ingv, della Protezione civile nazionale e la partecipazione del Dipartimento Meteo climatico dell’Arpa Sardegna, dell’Assessorato regionale della Difesa dell’ambiente e dell’Area marina protetta di Capo Carbonara: “Ci siamo occupati del ruolo chiave della Sardegna nell’ambito dell’area di competenza del Siam (l’intero bacino del Mediterraneo) e della scarsa condizione di presidio delle coste sarde, per quanto riguarda la misura delle variabili meteomarine in tema di protezione civile – ha evidenziato l’assessore Lampis -. Perciò, si è parlato del potenziamento della rete mareografica e ondametrica regionale, soprattutto per migliorare le attività di previsione e di prevenzione dei rischi marini e costieri, che saranno inseriti nel Piano regionale di Protezione civile multirischio, in fase di elaborazione”.