Lo rivela uno studio rivelato in un seminario con gli economisti delle Università di Sassari e Cagliari e attori istituzionali, economici e sociali dell’isola, organizzato con la Fondazione di Sardegna dal Crenos
L’economia della Sardegna non era in salute prima, ma la crisi legata al Covid-19 ha peggiorato la situazione. Ora si rischia una riduzione della domanda esterna del 13.1% e una riduzione della domanda turistica del 50%, con un -11.9% del Pil.
Un Pil al 70% della media europea, con un sistema di microimprese che non favorisce l’accumulazione di capitale, scarsi investimenti in capitale umano e innovazione tecnologica, evoluzione demografica negativa, insularità, spopolamento, bassa densità abitativa che rallentano lo sviluppo.
“Serve un cambiamento epocale, fondato su capitale umano, sociale e ambientale e qualità delle istituzioni – affermano i tecnici -. Il forte shock di offerta di breve periodo non produca un duraturo shock di domanda. Ci si accolli la riduzione dei redditi e si garantisca occupazione per non innescare una spirale recessiva duratura. La crisi si supera condividendo visione strategica, competenze, innovazione e coesione”.