Adiconsum Sardegna ha realizzato uno studio che mette a confronto l’andamento dei prezzi al dettaglio nell’Isola, scoprendo che i listini non crescono allo stesso modo nelle varie città. L’indagine dell’associazione prende in esame gli ultimi dati Istat sull’inflazione che in Sardegna ha raggiunto quota +6,1%, pari ad una maggiore spesa annua di 1.622 euro per una famiglia “tipo” residente.
“Prendendo in esame le voci che segnano i rincari più pesanti, il comparto che registra il balzo più forte è quello di energia elettrica, gas e combustibili, con un incremento medio in regione del +60,9% su base annua, che raggiunge il picco +66% ad Olbia – spiega il presidente Giorgio Vargiu – I prezzi dei prodotti alimentari crescono in media del 6%, ma a Sassari l’aumento è più pesante (6,5%). Per i traporti si spende in media il 10,5% in più rispetto allo scorso anno, mentre i pacchetti vacanza rincarano del +11%”.
Più salato, secondo il report di Adiconsum, andare al ristorante: in Sardegna cenare fuori costa oggi mediamente il 4,1% in più, con il picco del +5,2% a Sassari, città dove registrano aumenti a due cifre anche le tariffe praticate dalle strutture ricettive (+13,6%).
“I dati sull’inflazione nell’Isola dimostrano come il costo del caro-bollette sia stato scaricato sui consumatori finali attraverso un incremento dei listini al dettaglio che interessa tutti i settori – denuncia Vargiu – Il nostro timore è che a marzo, con l’emergenza benzina e lo scoppio della guerra in Ucraina, e le relative ripercussioni sui prezzi, in Sardegna si possa raggiungere un tasso di inflazione record ancora più alto di quello registrato a febbraio. Per questo motivo chiediamo al Governo di imporre prezzi amministrati almeno per i generi di prima necessità come gli alimentari e per i beni strategici come luce, gas e carburanti”. (ANSA).