Dopo siccità, ondate di pioggia e grandine della primavera, seguite dal grande caldo delle scorse settimane, si abbatte sull’agricoltura e l’allevamento sardo la piaga degli incendi. Non c’è pace per il mondo agropastorale isolano che continua a fare la conta dei danni nelle aziende colpite dagli eventi calamitosi susseguiti negli ultimi mesi e settimane. L’ultimo, solo in ordine cronologico, è proprio il problema dei roghi che, in particolare ieri, hanno devastato ettari di vegetazione e colpito numerose aziende e coltivazioni.
In attesa dei numeri ufficiali, dalle prime stime Coldiretti Sardegna, i problemi maggiori sul fronte ambientale stanno emergendo nell’area tra Posada, Siniscola, La Caletta e Gairo, per i territori della Baronia e nel Sarrabus tra Muravera e Villaputzu, nel Sud Sardegna, ma sono andati in fumo centinaia di ettari di vegetazione con foraggere e agrumeti e si registrano i primi danni su infrastrutture, recinzioni, macchine agricole e impianti di irrigazione, pompaggio ed elettrici. Nel vasto rogo che ha imperversato sulla Baronia grande paura per aziende e famiglie che in queste ore stanno facendo la conta dei danni, mentre restano gravi i danni al patrimonio boschivo e ambientale.
Sono centinaia, dunque, gli ettari di territorio andati persi a causa del fuoco conte piante da frutto in particolare che avranno bisogno di anni prima che possano tornare a produrre senza dimenticare danni ambientali ed economici per le aziende che hanno visto spazzato via un ingente patrimonio. Nell’area del Sarrabus, al momento, sono circa una decina quelle coinvolte. “Abbiamo vissuto momenti di paura e adesso possiamo davvero dire che siamo stati fortunati – commenta Giorgio Demurtas, allevatore e presidente di Coldiretti Cagliari – le fiamme e soprattutto il forte fumo stavano mettendo a rischio la vita degli animali e siamo andati a soccorrerli a rischio della nostra stessa incolumità. Alla fine ci è andata bene e per questo ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato, dall’amministrazione comunale alle forze dell’ordine e i tanti amici e volontari che ci anno sostenuto per limitare i danni e salvare per miracolo gli animali”. Per l’agrumicoltore Manuele Meloni “l’evento che ci ha colpito è molto grave con tantissimi danni alla nostra azienda se pensiamo al mancato reddito per le produzioni perse e i costi per ricostruire e sostituire i macchinari colpiti – dice – abbiamo già danni per molte migliaia di euro con tre filari di piante bruciate in tutto il perimetro che non recupereremo più, oltre a recinzioni, tubazioni, motori e cavi che stiamo sostituendo – conclude – sembrava un’apocalisse, ma ci siamo già rimboccati le maniche e stiamo ripartendo”.
“Quella di ieri è stata una giornata drammatica sul fronte incendi in Sardegna e anche le aziende agricole e di allevamento hanno dovuto fare i conti ancora una volta con questa piaga che da troppi anni si abbatte sull’isola ogni estate – sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – ci si aspettava refrigerio dopo le giornate afose che avevano creato anche danni alle colture, soprattutto in pieno campo, ieri invece abbiamo registrato incendi che hanno mandato in fumo ettari di terreni e proprietà, bruciato e danneggiato infrastrutture e attrezzature agricole senza contare gli animali morti e le centinaia di persone sfollate – conclude – non è possibile che ogni anno si ripresenti lo stesso scenario e non si esca da questa piaga che ci affligge da troppo tempo”. Per il direttore Coldiretti Sardegna, Luca Saba, inoltre “bisogna tenere sempre alta l’attenzione su questo fronte perché gli incendi oltre a danneggiare il nostro immenso patrimonio paesaggistico e naturalistico, creano grossi danni economici alle nostre aziende che devono già fronteggiare gli effetti sui cambiamenti climatici e gli eventi atmosferici imprevedibili – sottolinea – questo rappresenta un altro importante freno all’economia agropastorale sarda”.