Il secondo scampato pericolo dai Dazi Usa firmati Trump è il risultato di un monitoraggio costante della situazione, di un impegno che va avanti da anni e di un’azione fortemente condivisa con gli altri Consorzi e con Origin Italia
“Siamo estremamente soddisfatti di questo risultato, che premia il grande lavoro condiviso dei Consorzi Pecorino Romano, Parmigiano Reggiano e Grana Padano insieme a Origin Italia”, dice il presidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano DOP, Salvatore Palitta. “Sostanzialmente gli Usa hanno deciso di mantenere i vecchi Dazi già in vigore senza coinvolgere nuovi prodotti dell’agroalimentare italiano, e questo grazie anche alle pressioni della Commissione Agricoltura dell’Unione Europea e alla mediazione del commissario europeo al CommercioHogan”, spiega Palitta.
SUPPORTO FONDAMENTALE DA MINISTERO E UE –“Voglio poi ringraziare il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e tutto il suo staff, che in questa partita ha giocato un ruolo senz’altro determinante, mostrando capacità ed autorevolezza nel costante presidio dei tavoli europei”, sottolinea il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano. “Un ringraziamento particolare va infine a Paolo De Castro, per il prezioso lavoro svolto all’interno della Commissione INTA”.
I NUMERI DELL’ISTAT – Palitta sottolinea poi gli importanti risultati raggiunti fra gennaio e novembre 2019, secondo quanto ha reso noto l’Istat nelle ultime ore: il Pecorino Romano DOP segna il 42,2% in più di export negli Stati Uniti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedentee un +34,3% nell’export verso gli altri Paesi. La produzione della campagna casearia in corso 2019, segna – al 31 gennaio 2020 – un incremento del 7,5%.
“Siamo molto contenti della campagna in corso, con un lieve incremento che è fisiologico in rapporto all’andamento stagionale. Questi risultati sono stati raggiunti grazie anche al lavoro ininterrotto dei produttori, costantemente impegnati nel valorizzare nuove tipologie del Pecorino Romano e nel lavoro di riposizionamento del prodotto sul mercato in atto da alcuni anni grazie all’attività consortile”, conclude Palitta. “È compito invece delle organizzazioni agricole valorizzare al meglio, e con i mezzi a loro disposizione, l’interesse dei propri associati in materia di latte e prezzi di mercato”.