È di oltre un miliardo di euro, il danno causato in Italia dall’invasione d’insetti e organismi alieni portati nelle campagne italiane dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi
È quanto emerge dal Rapporto Coldiretti su “Clima: la strage provocata dalle specie aliene nelle campagne italiane” diffuso questa mattina a Verona all’inaugurazione della Fieragricola, dove si è tenuta la prima mobilitazione con migliaia di agricoltori italiani per fermare la strage senza precedenti provocata dalla cimice killer arrivata dall’Oriente senza che siano state attivate misure di sostegno comunitarie adeguate a fronteggiare una vera calamità naturale.
Alla manifestazione era presente anche una delegazione di agricoltori sardi non esente da queste nuove calamità con il pericolo imminente della cimice asiatica.
Quella che ha fatto più scalpore è sicuramente l’invasione delle cavallette dell’inizio dell’estate scorsa in provincia di Nuoro, con le immagini che hanno fatto il giro del mondo.
Ma sono anche altri i “killer alieni” che pur senza clamori mediatici stanno invadendo e devastando le campagne con perdite importanti per le imprese agricole oltre che per l’ambiente ed il paesaggio, favorite dai cambiamenti climatici evidenti anche in questi giorni con un inverno caldo pure nei giorni della merla che smentiscono addirittura la tradizione di essere i più freddi dell’anno.
Stiamo parlando della Drosophila suzukii, il moscerino killer dei piccoli frutti molto difficile da sconfiggere che in Sardegna ha dimezzato, soprattutto le ciliegie del villacidrese. Le castagne hanno invece pagato un conto salatissimo per colpa del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina; c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004. Mentre la psylla e il peregrinus sono due insetti che colpiscono l’eucalipto, l’unica pianta che dava una produzione costante di miele (10 anni fa grazie all’eucalipto si produceva una media di 40 kg ora di 10 kg).
Ma a far tremare l’agricoltura sarda adesso è anche il pericolo della cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti arrivato dall’Asia, che sta devastato i campi e i frutteti di 48mila aziende, soprattutto del nord Italia con un danno che supera i 740 milioni di euro a livello nazionale e una perdita stimata di oltre mezzo milione di giornate di lavoro nel corso del 2019 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso.
La lotta alla cimice asiatica è particolarmente difficile perché è in grado di nutrirsi praticamente con tutto, si muove molto ed è resistente anche ai trattamenti fitosanitari.
Gli esperti della Università di Sassari hanno già registrato la presenza dell’insetto nell’isola, e ne stanno monitorando la diffusione. In Sardegna allo stato attuale, si parla di “aumento degli svernanti”, fase che precede i primi ritrovamenti sui campi. Questo significa che a partire dalla prossima primavera potremmo trovarci di fronte a una nuova invasione di insetti.
“Con il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – denuncia il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che – continua – devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni. Serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task force”.
“L’intero comparto agricolo sta facendo i conti da anni con ingenti perdite dovute a epizoozie e insetti killer – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –. Un peso che aumenta di anno in anno e cresce con l’impatto che hanno i cambiamenti climatici, riservando sempre di più nuove spiacevoli sorprese. È un problema reale che merita sicuramente maggiore attenzione a tutti i livello istituzionali, anche perché colpendo l’agricoltura si hanno ripercussioni anche sull’ambiente e sul territorio”.
“I cambiamenti climatici non sono più solo un pericolo futuro ma li stiamo già vivendo – aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. L’agricoltura è sicuramente quelle che per prima e più di tutte ne subisce le conseguenze con calamità estreme ma anche con l’invasione di nuovi insetti alieni. Ribadiamo la necessità di un forum permanente sui cambiamenti climatici. Limitandosi a tamponare le emergenze il cammino non è lungo”.