“Una linea di prudenza da me indicata mesi fa, per accompagnare l’avvio della Fase 2 con maggiori garanzie e per fare della Sardegna un luogo più accogliente e sicuro per residenti e turisti. Non fui ascoltato, anzi quello stesso Governo che oggi è al lavoro con il CTS nazionale per adottare una soluzione in questa direzione, osteggiò apertamente la mia linea“. Così il Presidente della Regione Christian Solinas interviene nel dibattito aperto in queste ore sulla opportunità di prevedere test rapidi per coloro che arrivano in Italia dalle aree più a rischio, alla luce dell’aumento dei casi di contagio da Coronavirus riscontrati tra coloro che tornano da alcune zone europee ed extraeuropee. “Preoccupa soprattutto – precisa Solinas – l’aumento dei casi tra i giovani, di cui abbiamo avuto qualche segnale preoccupante anche in Sardegna, pur in un quadro che, nella nostra Regione, si mantiene su livelli molto bassi.
“Sono oggi le stesse Regioni – sottolinea – a sollecitare il Governo all’adozione di un protocollo nazionale o, possibilmente, europeo, mentre è univoca l’indicazione dei massimi esperti per evitare che siano imbarcate su navi o aerei persone che non siano state sottoposte a tampone e non siano risultate negative. Tutto questo – conclude il Presidente della regione sarda – conferma che la linea da me indicata mesi fa era quella giusta, e avrebbe permesso di coniugare il riavvio delle attività turistiche con una maggiore sicurezza sanitaria, che di per sé avrebbe dato della Sardegna l’immagine internazionale di un luogo ideale per trascorrere le vacanze”.
L’obbligo del controllo preventivo nella fase di avvio della stagione estiva avrebbe inoltre dato modo alle strutture sanitarie di adeguarsi gradualmente alle nuove esigenze e a sopperire a qualunque necessità emersa nella fase di riavvio.