“Le notizie e i dati dell’Ansa e della Protezione civile sul coronavirus in Sardegna non sono affatto confortanti, e tanto meno quelli della Provincia e della città di Sassari”.
“Gli appelli si moltiplicano. Non ultimo quello del Segretario dei medici di base e delle associazioni di volontariato in prima linea a sopperire alle diseguaglianze che aumentano nella società. Impietoso il quadro delineato dal documento delle Confederazioni sindacali che presentano una sanità sarda disorganizzata, che mortifica le chirurgie e i percorsi di cura e parlano di collasso dei presidi ospedalieri e della medicina territoriale”. Lo ha evidenziato con un comunicato il Comitato di Sassari SiamoTuttImportanti.
“Il sindaco di Sassari, Campus, è giustamente preoccupato, con ordinanze restrittive, come l’ultima sul fumo in strada, e con conferenze stampa ammonitrici, si impegna a tenere sotto controllo la diffusione del virus. Il Covid-19 pare dilagare, a suo dire, anche per una certa “trascuranza” delle regole da parte di alcune categorie di cittadini. Sassari piange i propri morti, anche quelli poco ricordati, della prima stagione della pandemia. Tra tutti anche la perdita di medici e sanitari. Ultimamente il dott. Alessandro Fiori, 64 anni, deceduto pochi giorni fa e citato nei messaggi dei colleghi come una persona che aveva scelto con dedizione la cura del suo prossimo”.
“Grande è il disorientamento dei cittadini, che cresce con l’incertezza e il disappunto per le complicazioni sull’accesso a servizi e terapie nella quotidianità. Se è vero che solo la solidarietà e l’aver chiaro l’interesse pubblico ci salveranno dal peggio, è anche vero che troppe sono le criticità e gli interrogativi che non hanno ancora risposta, dalla difficoltà di vaccinarsi per prevenire l’influenza alla condizione degli anziani ospiti nelle RSA, che in città sono state un focolaio inquietante; arrivando al peggioramento delle condizioni economiche e alle problematiche legate ai pazienti che hanno necessità di esami, diagnosi o terapieoncologiche”.
“Così come tutte le situazioni legate al mondo della scuola: la didattica a distanza aiuta, ma il diritto allo studio è altra forma di socialità e formazione. Parlare dei trasporti e desincronizzazione degli orari sarebbe opportuno da ora, per contribuire a riavviare in sicurezza, per tempo, la riapertura delle scuole, anche per aiutare i tanti genitori”.
“Cosa possiamo fare come singoli? Oltre ad osservare e pretendere che si osservino le necessarie raccomandazioni di responsabilità e di rispetto per il prossimo (mantenere le distanze e le mascherine) e supportare e, non ostacolare, le svariate associazioni di volontariato che sostengono con grande impegno i più svantaggiati della città”.
“Cosa possono fare le istituzioni? Potenziare le USCA e le prestazioni sanitarie non Covid, dal momento che secondo le associazioni sindacali dell’AOU di Sassari interi reparti specialistici, quali Patologia e Clinica Medica, Geriatria e LungoDegenza, Neurologia, Reumatologia e Gastroenterologia, oltre a Oncologia e Nefrologia, sono stati ridimensionati per dar spazio alle prestazioni COVID, interrompendo o limitando gravemente l’assistenza per un grande numero di pazienti”.
“Chi è chiamato a mediare tra le istituzioni e a rispondere alle aspettative dei cittadini, chi è al governo della città, deve farlo: comunicando in modo chiaro e tempestivo, facendosi interprete e rappresentando tutti i cittadini; dialogare nei tavoli istituzionali e con una sanità locale che a volte sembra solo voler salvare se stessa. Pretendere i tavoli se non ci fossero, per cercare soluzioni dei problemi e risposte che arrivino a tutti i cittadini in modo efficace, centro città ma anche periferie dove spesso la mancanza di presidi medici si fa sentire in modo più urgente, anche se spesso degenera in pura rabbia o rassegnazione. Cosi ce la faremo”, conclude il Comitato