L’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, ha sottoscritto con le sigle sindacali dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, gli accordi per la definizione dei criteri per l’individuazione delle zone disagiate e disagiatissime sul territorio regionale. Un’operazione che, una volta verificate le particolari condizioni, consentirà di indicare le nuove sedi in cui i medici potranno ricevere incarichi a condizioni economiche più vantaggiose.
“Abbiamo raggiunto due intese di grandissima rilevanza in un momento storico delicato a causa della carenza di medici. La Regione ha stanziato risorse importanti, con un incremento, a partire da quest’anno, di 2 milioni di euro a favore del fondo per il finanziamento degli accordi integrativi regionali per la medicina generale e la pediatria di libera scelta. L’obiettivo è quello di prevedere incentivi per tutti quei medici di famiglia e pediatri che scelgono di lavorare in sedi particolarmente svantaggiate, per ragioni orografiche e demografiche, dove oggi, alle normali condizioni contrattuali, si fatica a trovare professionisti disposti a ricoprire incarichi”, spiega l’assessore Nieddu. “Gli accordi, anche in vista della conclusione delle procedure per l’assegnazione delle sedi carenti dei medici di medicina generale – precisa l’assessore, in riferimento al bando regionale pubblicato a luglio per l’assegnazione di 300 sedi vacanti – rappresentano un tassello fondamentale. La Sardegna deve marciare a una sola velocità, non ci sono cittadini di serie B. Inoltre l’assistenza primaria è uno dei fattori cardine contro lo spopolamento delle aree interne e da tempo chiediamo nuove regole al Governo per risolvere criticità che non pesano solo sulla Sardegna, ma sono diffuse su tutto il territorio nazionale. Noi stiamo mettendo in campo ogni strumento a nostra disposizione e questo risultato è frutto di un lavoro che ha come unico obiettivo la garanzia del diritto alla salute dei sardi”.
Gli accordi, che dovranno ora essere ratificati dalla Giunta regionale attraverso un’apposita delibera, prevedono un elenco di sette criteri: condizioni geomorfologiche del territorio (ampiezza della superficie, orografia, insularità); viabilità critica; inadeguatezza della rete di trasporto pubblico; distanza chilometrica eccessiva tra comuni dell’ambito e le sedi di cure primarie e i presidi ospedalieri; dispersione degli insediamenti abitativi(oltre il 20% degli abitanti residenti in frazioni o case sparse); densità della popolazione; persistenza di sede carente a seguito di pubblicazione di almeno due bandi andati deserti.
Inoltre, per la pediatria, le sedi di Carloforte e di La Maddalena sono da considerarsi, in ogni caso, zona disagiatissima.
Per la determinazione della zona disagiata, le sedi dovranno rispondere ad almeno cinque dei criteri indicati, sei per la zona disagiatissima. Saranno le Asl, in accordo con i Comitati Aziendali, ad avanzare le proposte per l’indicazione delle nuove zone a regime speciale. Sul piano economico è prevista una remunerazione aggiuntiva di 6 euro a paziente (in zona disagiata) e 10 euro a paziente (in zona disagiatissima) per i medici di medicina generale e un compenso accessorio di 800 euro al mese (in zona disagiata) e 1.400 euro al mese (in zona disagiatissima) per i pediatri di libera scelta. Per fare un esempio, un medico di base massimalista (che assiste cioè 1.500 pazienti) in zona disagiatissima percepirà un compenso aggiuntivo di 15mila euro l’anno.