“Situazione che mette a rischio i livelli assistenziali offerti ai cittadini”
“Troppi infermieri, tecnici di radiologia, tecnici di laboratorio ed oss sono bloccati da tempo in sedi lavorative lontane da casa. Più volte hanno presentato richiesta di mobilità intra ed extra-regionale per potersi avvicinare alla famiglia, alcuni usufruendo anche della legge 104, ma i vertici della Sanità sarda hanno inspiegabilmente fatto orecchie da mercante condannando queste persone a disagi inimmaginabili. È ora di dire basta, abbiamo inviato lettere di sollecito a chi di dovere, ma se non accadrà nulla anche stavolta, scenderemo in piazza e ci muoveremo nelle sedi opportune” dichiara infuriata la Segretaria territoriale dell’FSI-USAE Mariangela Campus.
“Il 5 maggio abbiamo inviato una lettera all’Assessore regionale alla Sanità Nieddu a nome e per conto degli infermieri ed OSS sardi, in servizio a tempo indeterminato presso le varie aziende sanitarie sparse nelle altre regioni. In previsione della riapertura di tutti i servizi, dei reparti e degli ambulatori, e l’avvicinarsi del periodo delle ferie del personale che in questi mesi ha fronteggiato l’emergenza Covid con moltissime ore da recuperare e ferie arretrate e il desiderio di molti di potersi ricongiungere alle proprie loro famiglie, abbiamo chiesto una mobilità extra-regionale che consentirebbe in tempi brevi l’acquisizione di personale già formato con esperienza lavorativa in altre realtà”.
“Inoltre la carenza di personale in seguito alle quiescienze dovute a “Quota 100” e i numeri esigui delle stabilizzazioni che, per altro non coprono tutti i posti vacanti in organico, rendono necessaria la mobilità anche in considerazione del fatto che, non è più obbligatorio indire la mobilità pre-concorsuale, che pertanto può essere bandita in qualsiasi momento”.
“Ma non basta: siamo venuti a conoscenza che non si è ancora proceduto alla mobilità intra-regionale degli infermieri, dei tecnici di laboratorio, dei tecnici di radiologia. Tutti lavorano a centinaia di km dalla propria residenza, mettendo a repentaglio la propria incolumità sulle strade sarde ad ogni ora del giorno e della notte, (spostamenti che sono stati costretti ad affrontare anche durante il periodo Covid), sacrificando cure ed attenzione ai propri bambini piccoli e parenti anziani ed invalidi, mettendo a rischio i livelli assistenziali offerti ai cittadini”.
“Si riporta l’esempio dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM) dell’AOU di Sassari che hanno espletato ben due procedure di mobilità (anno 2018 e 2019) bandite da ATS Sardegna e, nonostante esser risultati idonei, non hanno potuto usufruire di tale diritto in quanto, la propria Azienda di appartenenza ha negato il rilascio del nullaosta necessario al trasferimento degli stessi, nonostante la presenza di valide graduatorie di selezioni a tempo determinato dalle quali attingere in attesa dell’espletamento del concorso deliberato dall’Azienda Ospedaliera Brotzu per 45 TSRM a livello Regionale. D’altro canto, la stessa ATS Sardegna, non si comporta diversamente, anche qui si registrano casi di diniego del nullaosta come il caso della dipendente TSRM della ASSL Olbia vincitrice di mobilità in AOU SS che si vede “incatenata” dall’Azienda di appartenenza, nonostante sia risultata idonea alla procedura di mobilità bandita ed espletata dalla AOU di Sassari”.
“Le cose non cambiano per le altre professioni sanitarie, si veda il caso degli Infermieri letteralmente “immobilizzati” nell’Azienda di appartenenza (ASSL Olbia, Nuoro, Oristano, Cagliari) che non riescono dopo tanti anni a riavvicinarsi alle proprie famiglie. Insomma un vero caos ecco perché l’FSI chiede che l’Assessore intervenga presso le Aziende Sanitarie sarde per bandire una mobilità intra-regionale (e favorendo quella extra regionale), che consentirebbe in tempi brevi l’acquisizione di personale già formato e che interceda con i Commissari Straordinari affinché le Aziende rilascino i nullaosta necessari” conclude la Segretaria territoriale dell’FSI-USAE Mariangela Campus.