«Dall’indagine interna che abbiamo realizzato sulla gestione del caso registrato al pre triage del pronto soccorso di Ginecologia e Ostetricia risulta il corretto comportamento dei nostri operatori sanitari». A dirlo è la direzione strategica dell’Aou di Sassari che soltanto oggi interviene sulla vicenda. «Lo facciamo adesso perché – spiegano dalla direzione – era necessario completare prima un iter che era stato avviato, cioè l’indagine interna e poi la visita degli ispettori ministeriali e regionali. E lo abbiamo fatto nel rispetto della signora e dei nostri operatori».
Dall’indagine interna, fa sapere la direzione dell’Aou, «è emerso che la signora è arrivata al pre triage del pronto soccorso di viale San Pietro alle ore 12,35, non ha dovuto aspettare, era tranquilla e non presentava segni di sofferenza. Non vengono riferiti cioè né dolori né perdite». Nella struttura, al piano terra erano presenti un’ostetrica e una oss.
Dopo la misurazione della temperatura, le sono state poste le domande di rito: se avesse fatto la vaccinazione e se avesse il tampone.
Su quest’ultima domanda, la direzione generale precisa che «il tampone non è necessario per accedere alle strutture ambulatoriali e al pronto soccorso, sia generale sia specialistico. Nel caso viene fatto in pronto soccorso. Come da disposizioni ministeriali, il paziente non ha necessità di presentare il green pass o il tampone».
Secondo quanto emerso dall’audit interno, «al pre triage è stato riferito che la signora aveva effettuato un test di gravidanza che indicava una terza settimana. Si tratta di un periodo molto precoce – spiega la direzione aziendale – che non consente di fare una diagnosi certa che, invece, può essere fatta dopo la quinta settimana, con ecografia e prelievo di sangue».
«L’ostetrica che ha raccolto le informazioni – prosegue la direzione – ha contattato il medico di turno e, constatato che non ci fossero gli estremi di una emergenza-urgenza. Ha attribuito alla situazione un codice bianco. Il codice bianco “individua situazioni che dovrebbero essere gestite dal medico di medicina generale, dal ginecologo o dall’ostetrica in ambulatori/consultori”. Alla signora veniva inoltre suggerito, vista la non urgenza, in caso di visita ambulatoriale, la possibilità di eseguire il tampone al box della Ginecologia e Ostetricia, al secondo sottopiano del Palazzo Rosa il lunedì successivo. In caso di accesso urgente al pronto soccorso il tampone nasofaringeo sarebbe stato fatto subito, come da prassi.
Le è stato consigliato quindi di recarsi a casa, in attesa vigile, e di ritornare nel caso fossero presenti dolori e/o perdite. Non è stata prescritta alcuna terapia e non è stata consigliata neanche l’assunzione di una tachipirina. La signora non è mai tornata al pronto soccorso ginecologico per perdite di sangue né presso altri ospedali del nord Sardegna».
Per quanto riguarda la visita degli ispettori regionali e ministeriali, la direzione fa sapere che sarà necessario del tempo per avere i loro report. «Questi – spiegano – saranno finalizzati a produrre azioni migliorative per quanto riguarda percorsi, procedure e protocolli».
«Siamo vicini alla signora – aggiunge la direzione – e, contestualmente, rimarchiamo il fatto che i nostri sanitari hanno sempre agito nel migliore dei modi».
«Esprimiamo inoltre solidarietà nei riguardi dei nostri operatori che in questi giorni sono stati bersaglio di diffamazioni e minacce di morte, delle quali sono stati avvisati prefetto e carabinieri», conclude la direzione.