È una vera e propria manovra di accerchiamento del tumore che viene realizzata in due fasi: prima con il posizionamento di cateteri temporanei nel naso, senza forare il setto nasale, oppure nel labbro. Quindi, in un secondo momento, con un trattamento mirato di brachiterapia ad alto dosaggio, attraverso i cateteri, viene erogato al tumore una dose di radiazioni molto elevata risparmiando al contempo i tessuti sani limitrofi. È quanto realizzato nei giorni scorsi tra Sassari e Olbia, grazie alla stretta sinergia tra l’unità operativa di Otorinolaringoiatria dell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari e il Centro avanzato di Radioterapia oncologica del Mater Olbia Hospital. Una virtuosa collaborazione che ha reso possibile in Sardegna il trattamento brachiterapico HDR, o ad alto dosaggio, su due pazienti affetti da neoplasie del distretto testa e collo.
E così, nelle scorse settimane il direttore dell’unità operativa di Otorinolaringoiatria sassarese, il professor Francesco Bussu, nelle sale operatorie delle stecche bianche di viale San Pietro a Sassari ha operato 2 pazienti affetti da carcinomi del labbro e della punta del naso, impiantando delle guide (plastic tubes o cateteri) per la successiva brachiterapia.
I pazienti sono stati dimessi il giorno dopo e inviati al Mater Olbia Hospital dove, al Centro avanzato di Radioterapia oncologica diretto dal professor Gian Carlo Mattiucci, è stato eseguito il trattamento di brachiterapia, somministrando una dose di radiazione estremamente concentrata sul tumore.
La brachiterapia (dal greco brachys “da vicino”) è una modalità di erogazione della radioterapia che prevede l’utilizzo di sorgenti radioattive sigillate posizionate all’interno, a contatto o in stretta prossimità delle lesioni da trattare. La tecnica HDR (ad alto dosaggio) prevede che la sorgente radioattiva, in condizioni assolutamente protette, venga fatta passare all’interno dei cateteri precedentemente posizionati dal chirurgo. Software dedicati permettono poi al radioterapista oncologo e al fisico medico di pianificare e controllare la distribuzione delle radiazioni, modulando con elevata precisione il tempo di permanenza della sorgente stessa nelle sezioni dei vari cateteri.
La collaborazione tra le équipe delle due aziende punta così a far diventare il Nord Sardegna un riferimento nel trattamento dei tumori della parte centrale del volto e in particolare della punta del naso, per i quali il trattamento chirurgico ha un impatto estetico potenzialmente devastante.
«La casistica da noi trattata negli ultimi 10 anni – afferma il professor Francesco Bussu – ci ha consentito di studiare a fondo il comportamento di tali tumori e di dimostrare che la brachiterapia può essere efficace in questi casi quanto e più della chirurgia tradizionale, conservando al contempo l’estetica del volto».
«L’avvio di questa esperienza non è altro che una conferma dei rapporti di sinergia già in corso negli ultimi mesi tra la Radioterapia del Mater Olbia Hospital e l’Otorinolaringoiatria di Sassari nel trattamento dei tumori del distretto testa-collo», aggiunge il professor Gian Carlo Mattiucci.