Ha una superficie totale di circa 2450 mq che la rendono il reparto di Terapia intensiva e rianimazione più grande e moderno attualmente presente in Sardegna. Si tratta della nuova Ti30, la terapia intensiva collocata al piano terra della prima stecca bianca di viale San Pietro. I lavori di completamento delle sale principali e dei locali accessori si sono conclusi negli scorsi giorni. Saranno necessari ancora una decina di giorni per la sua entrata in funzione: si attende, infatti, il completamento dell’iter di richiesta di accreditamento.
La precedente Ti30, che nella seconda fase della pandemia era stata realizzata a tempo di record nell’arco di un mese (il 7 dicembre 2020 erano iniziati i lavori per concludersi il 6 gennaio 2021), era inizialmente sorta in maniera provvisoria per dare un’immediata risposta alle necessità dettate dall’emergenza Covid. Era prevista già da allora una seconda fase di lavorazioni, da realizzarsi non appena la pandemia avesse dato un po’ di tregua all’ospedale. Le opere erano necessarie per il suo completamento e per farla diventare una struttura all’avanguardia, conforme ai più alti standard di sicurezza e qualità previsti dalle vigenti normative sanitarie.
E così adesso, la struttura nella sua conformazione finale, “accreditabile” dal sistema sanitario regionale, è conclusa. Dispone di 23 posti letto ordinari, ai quali si possono aggiungere ulteriori 7 posti letto “di emergenza”, attivabili in caso di necessità.
La conclusione di questi lavori si inserisce all’interno di un più ampio progetto di ammodernamento tecnologico dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. Molti altri lavori sono stati iniziati e conclusi nel corso degli ultimi due anni, caratterizzati dalla pandemia Covid-19, tra cui: il nuovo Day Hospital oncologico, l’accreditamento delle nuove sale operatorie del Santissima Annunziata, il riammodernamento del reparto di Urologia delle Cliniche di San Pietro, realizzazione e accreditamento delle nuove sale settorie. Fra pochi giorni sarà attivato anche il nuovo reparto di Ortopedia e traumatologia, che, insieme all’avvio della chirurgia robotica ortopedica e polispecialistica (urologia, otorino, chirurgia generale, ginecologia, ecc) avvenuto a gennaio, potranno diventare un ulteriore punto di forza per una sanità migliore.
Il 23 maggio la nuova struttura sarà anche visitata dal sottosegretario alla Salute professor Pierpaolo Sileri, al termine del convegno “Il sistema sanitario dopo la pandemia Covid: le prospettive del Pnrr”, organizzato dall’Università di Sassari per le ore 11 nell’aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia. La Direzione strategica tiene a precisare che si tratta di una visita e non di una inaugurazione della struttura, utile per far emergere cosa si è riusciti a fare, ed ancor più importante, per chiedere all’illustre rappresentante del governo nazionale una più forte attenzione alle problematiche sanitarie in termini di politiche di sviluppo. Parteciperanno alla visita il direttore generale Antonio Lorenzo Spano, il direttore sanitario Francesco Bandiera, il direttore amministrativo Rosa Bellu e il direttore della Rianimazione 1 professor Pierpaolo Terragni. Al sopralluogo parteciperà, inoltre, anche il rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti.
La struttura, come detto, era già entrata in funzione nella seconda fase della pandemia, il 28 gennaio 2021, come Terapia intensiva Covid con 30 posti letto, dopo la conclusione dei lavori durati un mese circa. In quella occasione il primo paziente era stato ricoverato nel nuovo reparto alle ore 16,23, dopo essere stato trasferito dalla terapia intensiva Covid della palazzina delle Malattie infettive.
Nell’estate del 2021, a conclusione della terza ondata della pandemia, era stata avviata una nuova fase dei lavori di ampliamento e completamento, per realizzare la conformazione finale post Covid. Una serie di problematiche, dovute prevalentemente alla difficoltà di approvvigionamento dei materiali, sempre a causa della pandemia, avevano fatto slittare l’inizio dei lavori al 22 novembre 2021.
Le opere di ampliamento e completamento, in particolare, hanno consentito di realizzare una serie di interventi per la suddivisione della terapia intensiva in diverse zone. In questo modo la terapia intensiva può essere utilizzata in modo modulare, separando le aree destinate ai pazienti infettivi (come per il Covid-19) dagli altri pazienti, secondo le indicazioni ministeriali.
Sono stati anche realizzati ulteriori impianti di ventilazione da impiegarsi in caso di emergenze pandemiche, per migliorare i già elevati normali ricambi d’aria e garantire le necessarie depressioni nelle varie zone eventualmente impiegate per pazienti infettivi.
Nell’intervento sono stati anche installate le migliori tecnologie presenti sul mercato.
ALCUNI CENNI SULLA RIANIMAZIONE
I lavori per realizzare la Rianimazione al piano terra della prima stecca bianca erano stati avviati nel 2013 e si erano fermati nel 2015 per il fallimento della ditta vincitrice dell’appalto. Nel 2019, al termine delle lunghe e complesse vicende giudiziarie conseguenti al fallimento, l’Aou aveva predisposto il progetto per il completamento delle opere. Solo però alla fine del 2020 la decisione di utilizzarla per il Covid, in conseguenza dei crescenti numeri della pandemia, e da lì la sfida di realizzarla in 30 giorni con 30 posti letto. Da lì il nome di TI30.
Il progetto già dall’inizio prevedeva una conformazione finale da 23 posti di terapia intensiva, adeguando gli originali 16 del progetto iniziale alle nuove assegnazioni previste dalla riforma sanitaria. Per fronteggiare l’emergenza Covid-19, tuttavia, si è proceduto con i lavori più urgenti e funzionali anche alla seconda fase, quella di completamento da realizzarsi solo successivamente per portarla a 23+7 posti e con l’introduzione di ulteriori tecnologie ed impianti all’avanguardia.
La Rianimazione in cifre
Ha una superficie totale di circa 2450 mq, così suddivisi: circa 1500mq al piano terra e ulteriori spazi per depositi per altri 200mq circa al primo sottopiano. A questi si aggiunge il nuovo corpo scala a servizio dei tre piani della seconda stecca bianca (ulteriori 750mq).
Il costo complessivo di realizzazione, escluse le attrezzature biomedicali e gli arredi, è di circa 2.748.000 euro (1,5 ml di euro ammontare del primo finanziamento per la realizzazione della Ti30 nella prima fase; 1.248.000 importo dell’intervento della seconda fase), che sommati ai circa 1.350.000 euro (finanziati dall’Università degli Studi di Sassari) e spesi prima del fallimento del primo appaltatore, portano la spesa complessiva a circa 4.100.000 euro.
Gli interventi realizzati nei tre appalti hanno riguardato anche opere edili e impiantistiche accessorie, come l’ampliamento e completamento di vie di esodo, dei corpi scala, e delle parti delle centrali termoidrauliche a servizio della stessa Rianimazione.
Progettazione e realizzazione lavori
I lavori sono stati progettati e diretti dalla struttura complessa Edile, Impianti e patrimonio. La struttura ha lavorato in stretta collaborazione con l’Ingegneria Clinica e l’Acquisizione Beni che hanno curato l’acquisto delle tecnologie e degli arredi, quindi con i Servizi Sistemi informativi, Servizio Qualità, Risk Management e Accreditamento quindi con il Responsabile sicurezza prevenzione e protezione.
I lavori, sia della prima fase sia della seconda, sono stati realizzati dal Rti Cogevi Spa e Tepor Spa.
L’area verde
L’Aou di Sassari ha realizzato anche una zona verde nella porzione di area interna delle stecche bianche, adiacente alla Ti30 e agli ambulatori. Sono state realizzate diverse aiuole con piante e piccoli alberi.
In questo modo è stata recuperata e valorizzata un’area prima trascurata e che potrà anche essere goduta da operatori e utenti, nell’ottica di una maggiore umanizzazione delle cure e di miglioramento degli ambienti per il personale.
L’accesso al giardino è agevole e avviene dalle stanze dedicate ai medici della Ti30 e dalla Smac, la senologia multidisciplinare aziendale coordinata.
Il tunnel di collegamento
Da segnalare la donazione del medico e fotografo Enzo Cossu che ha messo a disposizione dell’Aou di Sassari alcune stampe di sue foto che sono state installate nel tunnel di collegamento tra il palazzo Clemente e la prima stecca bianca, vicino alla nuova Ti30.
Le fotografie ritraggono suggestivi paesaggi della Sardegna. Una scelta funzionale ai lavori già previsti in quell’area, sempre poco illuminata che adesso, grazie a questo piccolo intervento, ha reso la porta di accesso alle stecche bianche di Viale San Pietro più accogliente.