“Inaccettabile. Inconcepibile. Si devono garantire i servizi. Questi sono alcuni commenti alla notizia della chiusura delle attività commerciali in città la scorsa settimana, come se dentro le cucine a temperature altissime per ore ci stia chi giudica dal fresco del suo ufficio o mentre è in vacanza”. Il consigliere comunale di Sassari, Giuseppe Palopoli, ha scritto nel suo profilo Facebook una lunga riflessione sull’argomento, ricordando che anche negli anni passati, dopo ferragosto, c’è stata l’abitudine di chiudere per qualche giorno, ma che, comunque, evidenzia “è un’usanza che si può cambiare”.
Per ovviare a questo problema, Palopoli afferma che potrebbe essere studiata una programmazione per tempo, tramite le associazioni di categoria “che non dovrebbero comparire solo per farsi pubblicità, ma anche per coordinare i loro iscritti. In ogni caso, e questo lo dico a malincuore, la verità è che Sassari non è una città a vocazione turistica. Non penso di essere il solo che nota i turisti che vagano spaesati, apprezzano la città ma la cosa si ferma lì e questo capita anche se bar e ristoranti sono aperti, quindi non addossiamo le responsabilità del mancato rilancio su chi chiude qualche giorno per riprendere fiato e spesso ne approfitta per dare una sistemata al locale”.
“Lo so – continua il consigliere – che faccio parte anche io di questa amministrazione e infatti già a ottobre 2019 avevo presentato un’interpellanza per una maggiore fruibilità dei nostri siti di interesse culturale, oltre a chiedere lo spostamento dell’info point in un punto più visibile. All’epoca l’Assessora aveva dato risposte rassicuranti sia sull’incremento del personale specializzato che sullo spostamento del punto di informazioni, ma niente è stato fatto”.
“L’Assessora nomina la rete Thamus e dichiara che è stato fatto il possibile e che non tutto è di loro competenza. Pensiamo che il turista venga qui per l’aperitivo? Ci si deve e ci si può mettere d’accordo per un numero maggiore di aperture, da parte di tutti però”, conclude Palopoli.