Intervista a Maurilio Murru
Abbiamo intervistato il presidente del consiglio comunale di Sassari su vari temi, dalle proposte per il futuro di Sassari al nuovo governo, e lo ringraziamo per la gentile disponibilità.
Presidente, come si trova nella veste istituzionale dopo la passata esperienza tra le fila dell’opposizione?
Innanzitutto sono rimasto ovviamente sorpreso dell’opportunità che mi è stata concessa e che ho ritenuto doveroso cogliere mettendomi al servizio della città. Parliamo di una esperienza nuova e molto differente, una esperienza di responsabilità in un ruolo di garanzia e tutela di tutto il consiglio comunale che sono lieto di affrontare con alle spalle il lavoro svolto in opposizione nei 5 anni passati, esperienza che ritengo essere stata una palestra indispensabile per cogliere al meglio tutte le sfaccettature dell’ambiente e lavorare nell’interesse di tutti. Mi trovo bene e cerco di dare il massimo, siamo solo all’inizio ma ritengo che le premesse siano buone.
Nonostante si sia parlato di una sconfitta alle ultime regionali, tesi nata dal confronto tra quelle elezioni con le nazionali dello scorso anno (che seguono altre dinamiche e quindi non sono confrontabili), in Sardegna il M5S è passato in cinque anni dal non riuscire a presentare la lista a superare l’11%. A cosa pensa sia dovuta questa importante crescita?
Il risultato è dovuto ad una crescita nel radicamento del M5S in Sardegna, quando provammo a presentarci nel 2014 avevamo per esempio pochissimi portavoce e 1 solo sindaco (Mario Puddu ad Assemini), era evidente che non fossimo ancora pronti, il rodaggio era in corso e bene fece Beppe Grillo a non certificare la lista, nel 2019 avevamo alle spalle 4 sindaci (Assemini, Porto Torres, Carbonia e Dorgali) e oltre 100 portavoce tra locali e nazionali. Non è stato un lavoro semplice, ma certamente si era compiuto quel percorso di maturazione propedeutico e necessario per presentarsi ad una competizione difficile come quella regionale. Poteva andare ancora meglio, ma l’essere entrati in Regione subito con 6 consiglieri è certamente un risultato importante e una buona base per progettare e programmare il futuro.
Rispetto a cinque anni fa, avete mantenuto più o meno lo stesso numero dei votanti alle elezioni comunali di Sassari, nonostante l’affluenza sia calata notevolmente (del 9%). Questo dimostra un riconoscimento dei vostri elettori al lavoro svolto. Al di là dell’amarezza naturale, quanto è soddisfatto del risultato delle elezioni di giugno, soprattutto alla luce del fatto che è stato conseguito con una sola lista?
Siamo cresciuti, pur con una astensione maggiore abbiamo portato a casa qualche punto percentuale in più e ne andiamo fieri, fieri proprio perché è stato intanto riconosciuto il lavoro portato avanti dai consiglieri comunali uscenti del M5S e poi perché è stato fatto un grande lavoro sul programma, un programma rivoluzionario che finalmente dava una visione di Sassari a lungo termine, andando a riempire un vuoto che la città oggi paga e che ne ha determinato uno sviluppo disorganico e disomogeneo del suo tessuto urbano. Alla fine siamo la seconda forza politica in città, abbiamo dimostrato di avere un peso importante pur non riuscendo, correndo da soli, ad ottenere il risultato sperato.
È iniziato il suo secondo mandato legislativo. Come è cambiata Sassari in questi cinque anni?
Purtroppo è cambiata molto poco e i dati ci dicono che se questo cambiamento vi è stato è stato in peggio. Sassari è rimasta praticamente ferma, ha continuato ad osservare i propri giovani che lasciavano la città e gli anziani ultrasessantenni in costante aumento, una città sempre più povera e sempre più vecchia, incapace di avere risposte ai suoi problemi. Sassari è restata paralizzata, priva di una visione futura, di un progetto di rilancio e di un obiettivo da raggiungere, c’era davvero necessità di una scossa importante.
Quali sono le prossime battaglie del Movimento 5 Stelle per Sassari?
Il nostro obiettivo è quello di provare a realizzare il maggior numero di punti presenti nel nostro programma pur essendo in minoranza, siamo certi della bontà delle nostre proposte e siamo altrettanto certi che questa maggioranza saprà coglierle senza preclusioni, ma entrando nel merito dei temi che proporremo, che vanno dall’innovazione tecnologica, alla mobilità, passando per il sociale, la cultura e lo sport. Partiamo dalle nostre vocazioni identitarie, non trascurando nessun quartiere o borgata del nostro territorio così vasto. Lo sport può davvero essere il volano di rilancio della nostra città.
In campagna elettorale sono stati diversi gli attestati di stima tra lei e Campus, atteggiamento raro, soprattutto negli ultimi anni. Quale rapporto si è costruito con il sindaco Campus, ora che ricoprite entrambi cariche istituzionali importanti?
C’è un ottimo rapporto di stima e di collaborazione, quando si vuole lavorare nell’interesse esclusivo della città e non per creare clientele o favori, diventa così facile costruite le basi per portare avanti una dialogo nell’interesse di Sassari e di tutti i cittadini che si aspettano tanto da tutti noi
Salvini ha creato una crisi a un governo che rompeva i vecchi schemi destra/sinistra. Cosa si aspetta dal nuovo esecutivo, che nei riguardi della Sardegna parte con il piede sbagliato, data la notizia del blocco sulla vertenza entrate?
Aspetterei prima di arrivare alle sentenze, ritengo che la questione vada ancora approfondita nel merito. Non ho fatto i salti di gioia alla nascita di questo nuovo esecutivo, ma ritengo si debba aspettare prima di dare un giudizio compiuto su questa nuova esperienza. Il Paese aveva bisogno di un governo e questo era l’unico possibile dopo il tradimento di Salvini, diamo tempo, risentiamoci tra qualche mese per capire come sta procedendo il lavoro a livello nazionale, abbiamo tanti obiettivi da raggiungere e da aggiungere a quelli ottenuti nei primi 14 mesi di governo seppure tra le difficoltà che tutti conosciamo.