A Ottobre, il consigliere ha chiesto all’amministrazione di Sassari e alla Regione di intervenire per tutelare il comparto Horeca, per prevenire ciò che sta accadendo e che accadrà una volta passata la pandemia.
“Sono dell’avviso che tutto ciò poteva essere evitato o perlomeno arginato, ma si sono sbagliati completamente i metodi d’azione nella lotta contro il Covid, sopratutto per quanto riguarda il settore della ristorazione (compresi i bar e i locali). Un settore che facile da compire, perché crea consensi mediatici, nonostante i dati e i numeri a disposizione, che suggeriscono altre tipologie di intervento”. Interviene così il consigliere comunale di Sassari, Daniele Deiana, che esamina la situazione dei piccoli e medi imprenditori.
Deiana chiarisce che non si tratta solo di un’emergenza sanitaria, ma che sta aumentando sempre di più il rischio di un “grave collasso economico e sociale che poteva essere evitato grazie ai diversi mesi a disposizione dopo che la prima ondata si era placata”, ma nei quali niente è stato fatto. A partire dai primi di giugno, lo Stato ha negato la verifica delle condizioni sanitarie di chi voleva recarsi in Sardegna e ha creato le basi per la seconda ondata proprio nella nostra isola, additata come regione untrice, ma di fatto vittima di un sistema superficiale e incompetente, che è reo del collasso economico e sociale che è alle porte del nostro già debole comparto economico”.
“A oggi – aggiunge il consigliere -, la pandemia, è praticamente incontrollabile, migliaia di persone in attesa di tampone, strutture ospedaliere al collasso, amici e conoscenti che lottano nelle terapie intensive, migliaia di persone lontano dai propri cari e dal proprio lavoro, centinaia di attività che chiudono i battenti, e incute un senso di rabbia pensare che tutto ciò poteva essere arginato”.
“Il 30 ottobre – prosegue – si è svolta una manifestazione pacifica nel rispetto di tutte le norme di sicurezza a dimostrazione che il senso civico può e dev’essere l’arma migliore nel contrasto di questa disgrazia epocale. Le istanze portate avanti da questa manifestazione pacifica non sono state ascoltate e questo alimenta la paura sul futuro, quando questa seconda ondata si placherà”.
“Non è più accettabile il non poter proteggere i confini regionali e, dal momento che il passaporto sanitario è stato bocciato, la Regione potrebbe intervenire con un sistema di controllo all’ingresso e all’uscita dei nostri porti e aeroporti, anche grazie alle nuove tecnologie che ci permettono di tracciare e identificare in maniera veloce i possibili positivi al covid, poiché ciò che realmente importa a tutti è la tutela della salute dei sardi, il poter lavorare in totale sicurezza tenendo al minimo il rischio epidemiologico e riappropriarsi di tutte quelle libertà personali perdute. Ed è perciò che esorto – conclude il consigliere Deiana – la Regione Sardegna a fare fronte comune alle proposte avanzate, instaurando un immediato tavolo di confronto con tutte le categorie“.