Vergogna a testa in giù

Che la sinistra trovi spesso occasioni per apparire , in assenza di argomenti, è  ormai cosa appurata e certificata. Ogni intervento proveniente da quell’area politica, diventa un po’ come il finale del Titanic (riferimento puramente casuale). Un film già visto. Ma spesso, assistiamo a vere e proprie farneticazioni, se non addirittura offese e fango gettato verso chi, dall’opposta fazione, ha perso la propria vita. Insomma, la più classica delle sceneggiature, che vede esaltare i morti di seria A piuttosto che quelli di serie B.

E’ di questi giorni, ma ciclicamente avviene ad ogni ricorrenza storica che riguarda vicende che arrivano dalla destra, vedere ciò che è successo nella libreria Feltrinelli a Milano. Il libro dello scrittore Giuseppe Culicchia sulla storia di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso a Milano da un commando di Avanguardia Operaia con colpi di chiave inglese sulla testa, messo a testa in giù da chi, evidentemente, non ha ancora fatto pace né con la storia politica , né tantomeno  con il rispetto che si deve ai morti di tutte le posizioni. Era già successo con il libro della Premier Meloni “io sono Giorgia”, ma sono scene che purtroppo vediamo spesso in alcune  librerie italiane.

E le manifestazioni di “fastidio” misto ad “orticaria politica”, sono state numerosissime negli anni. Dalle deliranti parole del giornalista Gianni Barbacetto sul “Fatto”, il quale ha dichiarato che ad un “fascio” non possono essere dedicate alcune giornate di dialogo o discussione nelle scuole. Oppure ciò che affermò lo scrittore ed insegnante Christian Raimo, che parlò di “vittima collaterale”. Se poi dovessimo allargare il nostro ragionamento sulla presunta superiorità intellettuale sinistra, ecco che di esempi ne potremmo trovare davvero tanti. Come ad esempio, quando è stato impedito lo svolgimento di dibattiti come quello   sulle Foibe, che ha visto protagonista il Sen. Roberto Menia, primo firmatario della legge sul “Giorno del Ricordo”, al quale hanno vietato di poter portare la sua testimonianza e quella di tanti esuli e dei parenti degli infoibati all’interno di una scuola.

Da parte di qualche esponente di sinistra, a parziale giustificazioni di certi episodi, si è parlato della presenza di “incrostazioni politiche e storiche”, che portano a tali comportamenti, che vanno eliminate con il tempo.

Io credo che per queste incrostazioni, ci sia bisogno di una buona dose di “anticalcare politico”, fatto di umiltà, senso della misura, comprensione della storia e rispetto per tutte le vittime, soprattutto di quelle di stampo politico e ideologico.  Ma da parte di certi sinistri la strada pare davvero in salita.

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