L’ultimo episodio noto alle cronache, quello di Romano Prodi nei confronti di una giornalista di Mediaset dopo una domanda sulla vicenda Ventotene. Risposta stizzita, seguita da un “tocco sospetto” come si direbbe in gergo calcistico, con una pronta smentita da parte del Professore, il quale ha dichiarato in una nota di aver ingenuamente appoggiato la mano sulla spalla della giornalista e non di averla strattonata. Attendiamo immagini del VAR. Lecito però chiederci, da parte nostra, cosa sarebbe accaduto a parti inverse.
Sulle scene di puro isterismo, con pianti allegati nelle aule parlamentari, dopo le dichiarazioni del presidente Giorgia Meloni che ha letto le parti più significative del manifesto di Ventotene, i talk show hanno fatto sold out, oscurando persino le interlocuzioni fra Russia e America .
Abolizione della proprietà privata e della scarsa valenza del sistema democratico su tutti, i paragrafi citati dal Presidente del Consiglio. Ma solo per semplificare e non annoiare il lettore.
Ma ormai gli spettri della presunta deriva autoritaria, aleggiano tra i banchi sinistro-parlamentari, come il Piccolo Lord tra i film di Natale. Anche se va riscontrata una situazione da separati in casa nell’appartamento del campo largo. A partire dalla piazza di sabato 15 marzo, che ha visto la partecipazione del più classico “tutto e il suo contrario”, tra i favorevoli al riarmo e i pacifisti a tutto tondo. Tutto normale se parliamo di una sinistra schizofrenica, alla quale va però riconosciuta una innegabile capacità di lasciare il divano e dormire nello stesso letto “antifascista”, unico collante ( tra l’altro di scarsa qualità) ormai rimasto.
Collante talmente poco efficace appunto, da far staccare pezzi sinistri, persino durante l’organizzazione di una gita fuori porta nell’isola di Ventotene.
Insomma, classico flop annunciato ma che verrà dipinto nei prossimi giorni e dai giornali di sinistra come l’evento del secolo, da far impallidire persino Woodstock.
A noi non rimane che osservare la caduta libera della sinistra in cerca di una sua identità perduta, con sullo sfondo i tanti cittadini che, delusi da questo spettacolo desolante, decideranno ancora di non andare a votare. È questa non sarà certamente una bella notizia.