La Lega Giovani Sardegna si schiera al fianco di studenti, famiglie e insegnanti di Carbonia e Iglesias che invocano il giusto diritto di ogni alunno a frequentare la scuola in presenza.
“Riteniamo che – fa sapere il coordinamento regionale – le ordinanze adottate dalle amministrazioni comunali delle due cittadine del Sulcis Iglesiente sia totalmente incompatibile con le disposizioni nazionali in materia. I sindaci hanno chiuso anche le scuole materne ed elementari. Un provvedimento contrario a quanto previsto dall’ultimo decreto legge sulle riaperture“.
“Infatti, dal 26 aprile e fino alla conclusione dell’anno scolastico sì prevede lo svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia, della scuola dell’infanzia, della scuola primaria (elementari), della scuola secondaria di primo grado (medie), e, per almeno il 50 per cento degli studenti, della scuola secondaria di secondo grado (licei, istituti tecnici etc.). Addirittura anche nelle zona rosse, l’attività didattica in presenza è garantita fino a un massimo del 75 per cento degli studenti ed è sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”.
“Nelle zone gialla e arancione, l’attività in presenza è garantita ad almeno il 70 per cento degli studenti, fino al 100 per cento. Per tale ragione chiediamo ai sindaci di conoscere in quali scuole ci sono casi positivi e di rivalutare la propria decisione sulla base dei dati concreti e reali, e dell’effettiva casistica in ogni singolo Istituto e classe. La scuola è un diritto. Abbiamo assistito a una serie di scaricabarile che francamente si sarebbero dovuti evitare e sembra che qualcuno sia più impegnato nella strumentalizzazioni che a risolvere i problemi a tutela degli studenti”, conclude la nota.