La Giunta Solinas, su proposta dell’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha approvato in via definitiva la programmazione della spesa per l’assegnazione delle borse di studio regionali per la formazione specialistica sanitaria in area medica e non medica. Oltre 74 milioni di euro i fondi stanziati per il triennio 2022-2024, risorse che, nell’anno in corso, oltre a sostenere le borse già attive, finanzieranno 224 nuovi contratti di formazione per gli iscritti al primo anno delle scuole di specializzazione in area medica e 79 borse di studio per gli specializzandi in area sanitaria non medica (cioè la formazione specialistica di farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi e veterinari).
“Abbiamo ripreso a investire con forza sul nostro sistema sanitario, a partire dalla formazione dei giovani, con un netto cambio di rotta rispetto al passato. Decenni di mancata programmazione hanno portato alle gravi carenze che oggi pesano ovunque e in particolare sull’assistenza nei piccoli centri”, dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas. “Stiamo gettando solide basi su cui costruire il futuro della nostra sanità, impegnando centinaia di milioni di euro per la realizzazione di nuove strutture, come gli ospedali e le case della comunità, e dotare i nostri presidi con le più moderne tecnologie. Ma ogni sforzo sarebbe vano se non puntassimo sulla formazione degli specialisti, sulle persone in grado di riempire di contenuti i servizi di cura e assistenza per i cittadini. Ed è ciò che stiamo facendo, sostenendo la formazione di tanti medici e operatori sanitari che un domani saranno il cardine dei nostri reparti ospedalieri e dell’assistenza sul territorio”, conclude il Presidente.
“La carenza di personale sanitario e del comparto rappresenta oggi la più grande emergenza a livello nazionale. L’incremento esponenziale delle borse di studio aggiuntive per le scuole di specializzazione in area sanitaria oltre a rappresentare una necessità – dichiara l’assessore Nieddu – è la conferma degli impegni presi per porre rimedio alla progressiva serie di tagli operati in passato, basti pensare che nel 2019 le borse in area medica erano ridotte a poco più di una trentina e a una decina quelle dell’area non medica. Le regole che abbiamo stabilito – ricorda l’assessore – hanno imposto che l’accesso alle borse sia destinato ai soli residenti in Sardegna da almeno cinque anni e stabiliscono che i beneficiari prestino attività lavorativa nelle strutture sanitarie pubbliche o convenzionate dell’Isola nei tre anni successivi alla specializzazione. Per troppo tempo la spesa sanitaria è stata identificata come un costo e non come un investimento ed è proprio da qui che siamo ripartiti, investendo sulla salute dei cittadini e sul nostro territorio”.