Ultimo appuntamento, giovedì 25 marzo, alle ore 18, sulla piattaforma Zoom, per la rassegna di cinema palestinese Al Ard Mara’a – La terra è donna, organizzata dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina ODV, in collaborazione con Associazione NoArte San Sperate, Casa del Popolo – Bosa e Comune di Gavoi e con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna. A chiudere il ciclo di incontri e proiezioni di film diretti da registe palestinesi è il lungometraggio “Searching for Saris” (lett. “Alla ricerca di Saris”) del 2013 di Jinan Coulter.
Saris era un villaggio palestinese nell’area di Gerusalemme che fu etnicamente ripulito nel 1948 durante la creazione dello stato di Israele. Oggi è abitato da israeliani che lo hanno ribattezzato con il nome di Shoresh. Passando dalle storie dei rifugiati Saris (giovani e meno giovani, anziani che a Saris ci sono nati e bimbi che ascoltano i racconti dei nonni) nel campo profughi di Qalandia, in Cisgiordania, alle storie di famiglie palestinesi sfollate nell’attuale Gerusalemme e ai frammenti di un viaggio in auto di tre rifugiati mentre tornano al loro villaggio di origine, “Searching for Saris” è un film alla ricerca delle connessioni tra passato e presente, e una testimonianza della continua espropriazione e del sogno persistente del ritorno. In parte metafora, in parte viaggio fisico, la ricerca di Saris che dà il titolo al film, è in realtà la ricerca di una Palestina che scompare, e con essa la fertilità della sua terra, con i suoi frutti, i suoi figli costretti ad abbandonare le case in cui sono nati per non potervi mai più fare ritorno.
“Searching for Saris” dà voce ai palestinesi per i quali passato e presente collassano in un’esperienza unica e continua, dove il dolore attuale per la cancellazione dell’identità passata si mescola con la mancanza di libertà che annienta e rende vano ogni sogno per il futuro.
Jinan Coulter è una documentarista palestinese che vive negli Stati Uniti. “Searching for Saris” è il suo primo documentario lungometraggio. I suoi progetti precedenti includono “To whom it may concern” che ha vinto nel 2004 il premio come miglior corto al Greenwich International Film Festival.
Il filo conduttore della rassegna tutta al femminile, iniziata il 18 marzo per concludersi il 25 marzo, ha approfondito, nell’arco di undici incontri on line, la trasposizione cinematografica dell’occupazione della Palestina, grazie allo sguardo e alla professionalità di undici registe, impegnate a documentare, a rielaborare e a divulgare il furto della propria terra, in atto ormai da oltre 70 anni.
L’appuntamento è per giovedì 25 marzo, su zoom, alle ore 18, con l’ultimo incontro a cui prenderanno parte la regista Monica Maurer, madrina dell’Al Ard Film Festival e Antonello Zanda, presidente della Società Umanitaria di Cagliari. Maggiori informazioni sul programma possono essere consultate sul sito del Festival, sulle pagine social (Facebook, Instagram e Twitter) o sul canale Telegram dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina.