Un’intera mattinata dedicata alla riflessione sulla violenza di genere, con figure autorevoli che hanno presentato i differenti aspetti del fenomeno. È quanto il Comune di Sassari ha organizzato oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Durante il Consiglio, riunito in seduta solenne, dopo i saluti istituzionali del presidente del Consiglio comunale Maurilio Murru e del sindaco Nanni Campus, che ha anche presentato la relazione sul lavoro del centro antiviolenza, sono intervenuti la criminologa Lorena Piras, la psichiatra Alessandra Nivoli, responsabile del Centro di Vittimologia in Psichiatria clinica e forense e Giovanna Cottu, psicologa del Centro Antiviolenza Aurora del Comune di Sassari. Hanno chiuso i lavori la presidente della commissione comunale Pari Opportunità Maria Gabriela Bertoncelli, le consigliere e i consiglieri Grazia di Guardo, Virginia Orunesu, Marco Manca, Daniele Deiana, Carla Fundoni, Marco Dettori e Massimo Rizzu.
Il filo conduttore è stato partire da storie vere, da casi concreti, per poi affrontare il discorso della violenza e dei femminicidi con una visione più globale. La seduta è andata in diretta streaming e sarà poi caricato integralmente sul sito www.comune.sassari.it in modo che chiunque possa vederlo in ogni momento. Al centro della sala Consiglio, ancora una volta, la sedia rossa, che rappresenta tutte le vittime di femminicidio. All’ingresso di Palazzo Ducale è a disposizione materiale informativo a cura del progetto antiviolenza Aurora.
Lorena Piras, operatrice nel centro di ascolto del Nord Sardegna- per uomini maltrattanti (Cam) e ricercatrice nell’archivio di Stato di Sassari ha presentato uno spaccato del lavoro del Cam e la sua ricerca “Le donne nei fascicoli penali tra Otto e Novecento”. «È grazie ai centri antiviolenza che dagli anni Novanta con il loro lavoro hanno aperto la strada a questo processo, se oggi si può intervenire anche sugli uomini – ha spiegato l’esperta -. Il lavoro dei Cam è definito quale servizio di tutela secondaria delle donne e dei minori, perché agire preventivamente sul cambiamento dell’uomo autore di violenza significa operare in termini di prevenzione per cercare di garantire la sicurezza delle moglie, delle fidanzate, delle compagne o delle ex e – non ultima – quella dei figli, proteggendo le donne e i minori attraverso gli uomini. Il Cam, che attualmente segue circa 80 uomini tra detenuti ed esterni, è attivo su tutto il territorio regionale dal 2014, ed è il primo centro specialistico in tal senso. Lavorare sull’uomo autore di violenza non significa assolverlo, né sminuirne la colpa, ma far prendere coscienza del problema a chi non ne ha alcuna, è fermare in tempo un atto irrimediabile, è insegnare come si vivono le relazioni. Perché quando pensiamo a un uomo maltrattante pensiamo alò mostro ma nessuno pensa a chi fosse quel mostro prima di arrivare all’atto estremo: un figlio, un amico, un marito, un vicino di casa».
È stata poi la volta di Alessandra Nivoli che ha ricordato l’appuntamento di domani con il servizio ambulatoriale nell’ex ospedale san Camillo a disposizione dalle 9 alle 13 per le donne che vivono una situazione drammatica e soffrono di una violenza psicologica, fisica, economica e di tutte le forme di violenza domestica. Nel suo intervento ha risposto a tre quesiti: cosa è la violenza di genere; perché molte donne continuano a rimanere in una relazione tossica e cosa si stia facendo, nei centri antiviolenza e nell’unità di vittimiologia per aiutare queste vittime a liberarsi dalla situazione che vivono. Ha poi parlato del funzionamento dell’unità di vittimologia, includendo le funzioni di assistenza clinica, ricerca universitaria e didattica, come formazione degli studenti e degli operatori sanitari che hanno a che fare con le vittime di violenza. In particolare ha evidenziato alcune caratteristiche psicologiche che favoriscono in una donna l’essere vittima di un maltrattamento, così come altre fragilità Socio-culturali ed economiche. Si è concentrata infine su alcuni aspetti della dipendenza affettiva che diventa autodistruttiva e non permette a chi è vittima di uscire dal ciclo della violenza.
Giovanna Cottu, invece, attraverso la presentazione di un caso, ha spiegato come si caratterizza la dinamica violenta e come si articola un percorso di affrancamento da una relazione violenta. Si tratta di un viaggio lungo e difficile con battute d’arresto e riprese fino al sentirsi nuovamente protagoniste della propria vita.
La presidente della commissione comunale Pari Opportunità, Gabriela Bertoncelli, dopo aver ricordato la toccante cerimonia organizzata poche ore prima in piazza Moretti, ha fatto un breve excursus sulle attività che l’organismo intende avviare per sensibilizzare sul tema della violenza di genere. In chiusura il presidente Maurilio Murru ha voluto ringraziare Angela Gandin e Caterina Cirotto, presenti all’evento, organizzatrici di una raccolta fondi a favore del Progetto Aurora, coordinando e gestendo l’iniziativa Viva Vittoria Sassari, grazie al quale sono stai raccolti 16.404,70 euro, interamente devoluti al Comune di Sassari per il Progetto Aurora. Inoltre, il presidente ha ringraziato i soci Conad, che hanno donato tre panchine rosse con i contatti del Progetto Aurora che sono state posizionate nel parco Emanuela Loi, nell’istituto tecnico agrario “Nicolò Pellegrini” e nel liceo Spano di via Monte Grappa.