Continua il successo del libro “Le due città” dello scrittore Marco Atzeni. Il romanzo che colpisce i lettori

Marco Atzeni, autore del libro "Le due città"

Marco Atzeni, impiegato quarantenne, si è scoperto scrittore di successo. Il suo romanzo d’esordio, “Le due città”, gotico-noir edito dal Maestrale, è uscito a maggio ed è già alla terza edizione. La quarta non pare lontana. Numeri importanti per l’editoria sarda.

Marco, come ci si sente a essere considerato “un caso editoriale?”
È una sensazione incredibile. Dopo “ormai” cinque mesi, l’affetto dei lettori è ancora concreto e la media è stabile a 2-3 copie giornaliere a libreria. Proprio un libraio mi ha detto “È come se il tuo libro fosse già un classico. Vedrai che a Natale lo regaleranno in tanti!”. Inoltre, ricevo messaggi o condivisioni sui social. Le persone mi comunicano quando iniziano o terminano la lettura. Sono entusiasti e mi emoziono. L’altro ieri ho ricevuto una notizia curiosa: il libro è in vendita anche in alcuni supermercati. Non so più se sia un sogno.

Sapevi che il libro sarebbe piaciuto?
Onestamente, no. Anzi, ci ho messo tanto a scriverlo perché temevo di deludere. Solo grazie all’incoraggiamento di chi mi sta vicino l’ho terminato. Ritenevo che le ambientazioni gotiche ottocentesche avrebbero annoiato. Pensavo che i lettori preferissero gialli moderni e storie d’amore canoniche. Invece, ciò che mi viene detto è che il libro piace proprio perché è… strano. Una “polpetta di generi”, così lo definisco. Ciò che consideravo un difetto si è rivelato il punto di forza.

A proposito di punti di forza. Nella scrittura, quale pensi sia il tuo?
Scrivo frasi brevi e cerco d’essere pulito nel descrivere le scene, senza aprire parentesi. La cosa curiosa è che mi considero uno scrittore mediocre a livello lessicale. Anche se ci provassi, non saprei scrivere in modo complesso. Pertanto sono fortunato che la mia prosa elementare sia in realtà ciò che i lettori gradiscono.

Tra i temi del romanzo, quali sono quelli a te più cari?
La storia è ambientata nella Sassari di fine ‘800. Amo narrare come vivevano le persone che hanno passeggiato oltre cento anni fa nelle vie che vediamo ancor oggi. Sono poi attratto dalle ambientazioni cupe e esoteriche. La maggior parte del libro si svolge di notte. Il mistero è una romantica evasione dalla realtà di tutti i giorni. Poi ho inserito un elemento cui tengo molto: i disagi psichici. Un problema ancora attuale che nel passato veniva affrontato con pregiudizio e cattiveria. Infine, abbiamo la tematica di ciò che c’è dopo la morte. Alcune persone mi hanno raccontato, grazie al libro, di aver ripensato con un pizzico di dolore in meno ai cari che hanno perso. Mi sono sentito onorato, perché quello era l’intento nascosto.

Oltre la scrittura, c’è un segreto strategico nel successo de “Le due città”?
Il successo del libro, se tale posso permettermi di chiamarlo, è riassumibile con la parola “solidarietà”. Sin dal primo giorno ho percepito un affetto enorme. Dai librai ai giornalisti, ma sopratutto dai lettori. Mi sembra che tutti remino in mio favore. Tutti vogliono aiutare il romanzo con una generosità che mi fa venire gli occhi lucidi. Si dice che le persone siano egoiste e invidiose, io, a oggi, non sento nemmeno lontanamente questi sentimenti nei miei confronti. Potessi, vorrei telefonare a ogni singolo lettore per ringraziarlo. Anche per questo cerco di scrivere più dediche possibili quando mi vengono richieste, anche per gli amici di amici di amici. Ogni anno vengono stampate migliaia di libri, pensare che ci sia una nuova persona disposta ad acquistare “Le due città” mi sembra un piccolo miracolo.

Hai ancora un sogno in relazione al libro?
Sarei felicissimo se il romanzo arrivasse a sempre più persone nelle altre regioni. Non per motivi economici personali, dato che diventare ricchi con la letteratura è quasi impossibile, ma perché sarei onorato che la Sardegna possa essere letta dovunque. Perché Napoli, Milano, Roma o Palermo sì, e noi no?

Allora auguri Marco, grazie per la tua disponibilità.
Grazie a voi per lo spazio.

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