Il 17 ottobre 2020 fu rinvenuto a Orotelli il cadavere di Esperino Giobbe, allevatore di 72 anni, riverso a terra nella sua azienda di Su Filighe, con diverse ferite da colpi di spranga sul capo e sul corpo. Oggi, a otto mesi dal delitto, i carabinieri hanno arrestato il presunto responsabile: si tratta del nipote, 40 anni, catturato all’alba e rinchiuso nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Indagato anche un suo cugino.
I militari hanno dato esecuzione alla misura cautelare emessa dal Gip del tribunale di Nuoro Claudio Cozzella su richiesta del Pm Andrea Ghironi, che ha raccolto “elementi gravi, decisivi e concordanti” sul movente e sulle modalità dell’agguato che hanno portato ad accertare le responsabilità del nipote. Secondo quanto spiegato in conferenza stampa dalla procuratrice Patrizia Castaldini e dal comandante dei della Compagnia di Ottana Gian Luigi Carriero il movente sarebbe legato a una contesa per i terreni di famiglia.
Il cadavere fu scoperto dai parenti che allertarono il 118, ma Esperino Giobbe all’arrivo dei medici era già morto. Dai rilievi del medico legale e dalla successiva autopsia venne accertato che l’uomo era deceduto in seguito a 15 colpi di spranga sul capo e su altre parti del corpo. Dopo aver assunto sommarie informazioni dai parenti della vittima, i militari focalizzarono la loro attenzione sulla cerchia dei parenti con cui era in corso una contesa per i terreni di famiglia. In particolare i sospetti si concentrarono sul nipote 40enne, ultima persona ad essere stata con lo zio quella mattina. Nella successiva perquisizione dell’abitazione dell’uomo- difeso dagli avvocati Lorenzo Soro e Mario Pittalis – furono sequestrati capi di abbigliamento e gli stivaletti che indossava quella mattina. E proprio in uno degli stivaletti sottoposti all’esame degli specialisti dei Ris di Roma, sono state rinvenute tracce ematiche appartenenti alla vittima “cadute sullo stivaletto per gocciolamento”, come ha spiegato la procuratrice Castaldini.