Con l’esecuzione di cinque misure cautelari firmate dal gip del tribunale di Oristano, i carabinieri hanno sgominato una banda – tra cui anche una donna, tutti di Macomer e Bosa – dedita alla produzione, detenzione e spaccio di droga nel centro Sardegna. Una persona è finita in carcere, due agli arresti domiciliari e due con obbligo di dimora. I provvedimenti sono stati notificati dai militari della Compagnia di Macomer in collaborazione con i colleghi di Bosa, Suni e Montresta e con lo squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna.
Le indagini sono partire nel dicembre 2021 e culminate con il sequestro di stupefacenti per un valore di 8 milioni di euro, occultati in due capannoni di 2mila e 200 metri quadri nella zona industriale di Suni, all’interno di una vecchia distilleria, su un terreno dove si coltivava canapa sativa legale. L’operazione aveva portato a scoprire oltre 689 chili di marijuana, 15,5 kg di polline di cannabis e 2.400 piante essiccate di canapa.
Durante una perquisizione i militari avevano notato un’intercapedine ricavata in una stanza, il cui accesso era protetto da una botola nascosta, utilizzata per la coltivazione. I capannoni erano stati quindi reimpiegati per stoccare e nascondere le infiorescenze già lavorate e pronte alla commercializzazione.
“L’attività ha confermato ancora una volta come dietro il ‘paravento’ della canapa sativa spesso e volentieri si celino attività illegali”, spiegano i vertici dei carabinieri che hanno eseguito le ordinanze di custodia. Le analisi della cannabis hanno stabilito che in alcuni campioni la percentuale di thc era compresa tra l’11 e il 20%, ben oltre il limite consentito per la produzione industriale che è inferiore allo 0,2 %.