Ieri mattina, la Quinta Commissione consiliare ha effettuato un sopralluogo nel campo rom di Piandanna
Tutti i consiglieri comunali che abbiamo ascoltato hanno trovato due situazioni totalmente differenti, rimarcando la profonda divisione presente: la parte del campo abitata dai rom ortodossi risulta in ordine, pulita e curata, mentre quella occupata dai rom “musulmani” versa in condizioni al di fuori di ogni regola d’igiene, tra miasmi, vere e proprie montagne di rifiuti ingombranti e non.
Daniele Deiana (Lega) ha evidenziato come la zona gestita dai “musulmani” sia in condizioni che vanno oltre ogni minima decenza, con i rifiuti sparsi ovunque, i bambini che venivano nascosti nelle roulotte e si chiede se spostarli in alloggi risolva il problema, dal momento che il campo è stato ridotto in quelle condizioni da loro stessi e il fatto che ciò si verifichi dove vivranno in futuro è alto.
il consigliere si augura che i controlli alle zone dove andranno ad abitare in futuro i rom “islamici” siano più numerosi e efficaci rispetto al passato e che si insegni alle nuove generazioni il rispetto per l’ambiente, per attuare una giusta integrazione all’interno della società.
Marco Dettori (Futuro Comune) dopo un’interlocuzione con gli abitanti del campo ha notato come la definizione “musulmani” sia usata, in alcuni casi, impropriamente, visto che non tutti seguono le regole imposte da quella religione: le persone con le quali ha parlato, hanno candidamente dichiarato di non seguire pedissequamente gli usi ed i costumi della religione islamica. La differenza tra gli stili di vita è netta, anche nella composizione dei nuclei familiari, perché si passa dai 2-3 figli per le famiglie cristiano-ortodosse ai 10-12 bambini per quelle “musulmane”.
Aggiunge anche che i primi frequentano regolarmente la scuola, mentre non tutti gli “islamici” frequentano gli istituti cittadini.
Ha riscontrato enormi differenze anche nell’impostazione verso gli abitanti della città che li ospita, poiché gli ortodossi hanno detto esplicitamente di non voler “pesare” sulle spalle dei sassaresi, che la loro porzione di campo ROM è ordinata e pulita e che pagano regolarmente le bollette della luce. Inoltre interagiscono senza problemi con la cittadinanza.
A fronte dei 40 rom che verranno rimpatriati, tramite un’organizzazione apposita a cui verranno versati i fondi necessari, rimane il nodo dell’alloggio per le circa cento persone che resteranno qui. Questo è solo il primo passo, il successivo sarà trovare i fondi per bonificare il campo.
Il consigliere ha ricordato, concludendo, come ci siano stati accertamenti della Polizia Municipale in merito a sassaresi che, invece di smaltire i rifiuti nell’ecocentro, li conferivano illecitamente nei pressi del campo ROM, contribuendo ad aggravare la situazione già delicata del sito in oggetto.
Carla Fundoni (PD) ha ricordato come il sopralluogo purtroppo non si discosta dagli altri eseguiti in questi anni dalla Quinta commissione consiliare. L’esponente del Partito Democratico ha sottolineato che sussiste una situazione non sostenibile sia dal punto di vista sociosanitario che ambientale e la presenza di numerosi bambini e donne in stato di gravidanza aumenta le preoccupazioni per quanto riguarda la zona “musulmana”.
“Lo sgombero – dichiara il consigliere, descrivendo lo storico recente dei passaggi burocratici – è una questione affrontata in tutti questo periodo ma si è dimostrata di non facile risoluzione. Era infatti previsto in due fasi: entro il 30 giugno l’area che ospita la comunità bosniaca Korakhanè, di religione musulmana, ed entro il 30 settembre l’area utilizzata dalla comunità serba, di religione ortodossa, Dazikhanè”.
“Per completare lo sgombero e trovare una sistemazione adeguata alle circa 150 persone che abitano nei prefabbricati il Comune ha ricevuto un contributo di 545mila euro dalla Regione. Grazie alla disponibilità di questi fondi il settore Politiche della Casa nell’aprile scorso aveva pubblicato un avviso per trovare alloggi sfitti da assegnare a canone di mercato alle famiglie rom ospitate nell’area sosta di Piandanna. Dopo tre mesi di inutile attesa non è arrivata la disponibilità di nemmeno una sola casa. Era stato pertanto necessario prorogare gli sgomberi e la chiusura del campo sperando che nel frattempo ci fosse la disponibilità di appartamenti sfitti per ospitare le famiglie”.
“Ad oggi nulla è cambiato. Stamane si è ribadito circa la volontà di diversi cittadini rom di voler tornare nel paese di provenienza e parte dei fondi verrà utilizzata per questo. Resta tuttavia da risolvere il problema della sistemazione e redistribuzione per tutti gli altri, che appare di non facile risoluzione. Ora però il tempo stringe, perché entro dicembre di quest’anno vanno rispettati i dettami che impongono la chiusura definitiva dei campi. Aspettiamo – conclude – pertanto le soluzioni che l’amministrazione comunale metterà in atto”.
Mariolino Andria (Gruppo misto di minoranza) ha dichiarato che questa situazione è figlia delle mancate soluzioni dovute alle precedenti amministrazioni. È stata ereditata una situazione gravissima sulla quale non si può tergiversare. Gli attuali amministratori diano esecuzione allo sgombero e trovino le soluzioni nelle proprietà comunali disponibili e con la massima vigilanza facendo scattare con urgenza la bonifica del sito. Dove è necessario attuare il rimpatrio si faccia”.
“Sono passati quasi 100 giorni dall’insediamento di Campus quindi ogni ritardo per qualsiasi azione di governo o strategia politica diventa una responsabilità di chi c’è e non di chi c’era”.
Ha aggiunto che esiste un’ordinanza di sgombero, nota da tempo, da parte dell’organo giudiziario preposto per il 31 Ottobre del campo più compromesso.
Giuseppe Palopoli (Sassari Civica) ha messo in evidenza l’emergenza sanitaria del campo rom nella parte “islamica”. Emergenza che non riguarda solo gli abitanti del campo, ma anche i sassaresi che abitano in quei pressi e non solo, perché lì vicino passa un rigagnolo in cui si trova una parte dei rifiuti abbandonati, in mezzo ai quali ci sono anche batterie di macchine con i loro acidi, che contaminano il fiumiciattolo, che va a finire in mare, con il danno ecologico che ne consegue.
Per il consigliere comunale, la soluzione di farli alloggiare in case popolari è difficilmente percorribile, perché la domanda dei sassaresi è già altissima e gli appartamenti disponibili non bastano a soddisfare la richiesta. Inoltre ricorda che nel campo rom vennero costruite piccole casette, di cui rimangono solo le basi, perché smantellate dagli stessi abitanti del campo.
La Giunta comunale ha rilasciato un comunicato in cui si dice che “entro la fine dell’anno il campo sarà sgomberato, chiuso e si inizierà la fase di bonifica del sito. Questa situazione non è più tollerabile. Le famiglie che vivono qui saranno ricollocate in sistemazioni adeguate e dignitose, abbiamo a disposizione 545mila euro di fondi regionali e li utilizzeremo per trovare la soluzione migliore. Purtroppo trovare un alloggio a queste famiglie non è facile, finora nessuno ha risposto agli avvisi con cui il Comune cercava abitazioni disponibili, da affittare ai rom che lasceranno il campo”.