Si è concluso con due patteggiamenti il processo per direttissima celebrato questa mattina a Oristano, davanti alla giudice Serena Corrias, nei confronti della coppia di Desulo (Nuoro) accusata di favoreggiamento per aver nascosto in casa Graziano Mesina, l’ex primula rossa del banditismo sardo arrestato la scorsa settimana dopo una lunga latitanza.
La donna ha concordato un anno e 8 mesi di reclusione, pena sospesa, 3 anni invece al marito.
I due coniugi – difesi dall’avvocato Gian Cristian Melis – erano finiti agli arresti domiciliari, con un provvedimento firmato dal pm Armando Mammone, la mattina di sabato 18 dicembre, subito dopo il blitz nella loro abitazione che aveva portato alla cattura di Grazianeddu. Ora la donna è libera, mentre il marito resterà ai domiciliari.
“Nei prossimi mesi presenteremo una istanza per poter usufruire delle misure alternative alla detenzione per l’uomo”, ha annunciato il difensore – che è anche sindaco di Desulo – all’uscita dal tribunale. Il marito ha sempre cercato di scagionare la moglie dall’accusa di favoreggiamento, facendo ricadere su di lui le colpe per aver ospitato Mesina in casa.