È ufficialmente ricercato per evasione Pietro Basile, il 28enne di Bitti che stava scontando una condanna definitiva a 16 anni nella colonia penale di Mamone per aver ucciso il padre il giorno di capodanno del 2014 al culmine di una lite. Martedì scorso, alla scadenza di una licenza premio di cinque giorni per preparare l’esame di maturità all’alberghiero, non si è presentato nella caserma dei carabinieri di Bitti per la firma e non ha più fatto rientro nella colonia penale.
Sorpresa dell’allontanamento anche la fidanzata del ragazzo. “Voglio dirti di ritornare subito a casa e di non darmi altri dispiaceri – ha detto nell’appello raccolto e lanciato attraverso il Tg di Videolina – abbiamo passato situazioni peggiori di questa. Per favore torna, io ci sono, non sarai mai solo”. “Pietro ha subito tante ingiustizie – ha raccontato – ed era molto demoralizzato: non veniva aiutato e non gli venivano concesse delle cose che sono niente di più e niente di meno di quello che la legge concede nel suo caso. Si trovava meglio nel carcere di Alghero, dove la pena rieducativa funzionava e si puntava fortemente al reinserimento sociale dei detenuti. A Manome tutto questo non è possibile”.
Pietro Basile uccise a colpi di pistola “il padre padrone”, così definito dalla difesa nei vari gradi di giudizio, al culmine dell’ennesima lite nell’ambito di una situazione familiare logorata dai pessimi rapporti tra congiunti. Inizialmente in fuga, si era costituito tre giorni dopo ai carabinieri. Il giovane aveva iniziato a scontare la pena nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros, poi trasferito ad Alghero e infine alla colonia penale di Mamone, vicino a casa.