Un anno e mezzo fa la Cassazione aveva annullato la condanna a sei anni e quattro mesi di reclusione per induzione indebita a dare o promettere utilità, facendo cadere l’accusa di violenza sessuale. Oggi, nel processo-bis in Corte d’appello a Cagliari, i giudici hanno rideterminato in quattro anni di reclusione la condanna all’ex sindaco di Portoscuso, Adriano Puddu, accusato di aver ottenuto favori sessuali da giovani donne assistite dai Servizi sociali in cambio di aiuti da parte del Comune.
La nuova condanna, arrivata oggi dopo una lunga camera di consiglio, potrebbe consentire all’ex amministratore del Sulcis di ottenere misure alternative al carcere. L’inchiesta era partita da una presunta tangente che l’allora sindaco avrebbe incassato per un progetto di parco eolico proposto dalla Portovesme Srl, ma anche da una serie di favori sessuali che Puddu avrebbe preteso da giovani donne in difficoltà economiche assistite dal Comune in cambio di sostegno in denaro da parte dei servizi sociali.
Assolto con formula piena dall’accusa di corruzione Carlo Lolliri, amministratore delegato della Portovesme Srl, presunto erogatore della tangente, l’ex sindaco era finito sotto processo. Già in primo grado, l’allora amministratore era stato assolto sia dall’ipotesi di aver intascato una mazzetta che da molti reati legati alla concussione. I giudici del Tribunale lo avevano invece condannato per “induzione a dare o promettere utilità”, violenza sessuale e corruzione elettorale. Confermata in appello quella sentenza, la Cassazione aveva parzialmente accolto il ricorso dei difensori, facendo cadere la più grave delle presunte violenze sessuali. (ANSA)