I Consiglieri comunali di Castelsardo, Franco Cuccureddu, Maria Lucia Tirotto, Giovanni Antonio Suzzarellu, Valentina Ruiu e Giovanni Pinna hanno presentato una mozione in cui si chiedono le ragioni per le quali le famiglie della città, che hanno diritto di beneficiare dei contributi regionali, a tutt’oggi, e a circa un mese e mezzo dall’assegnazione delle risorse da parte della regione Sardegna, non hanno ottenuto il contributo mentre gli altri comuni, sia quelli che hanno approvato il bilancio di previsione sia quelli che non lo hanno approvato, hanno da tempo iniziato l’erogazione dei contributi. Inoltre domandano all’Amministrazione in quale data queste famiglie potranno realmente vederselo accreditato.
“In momenti drammatici come questo – dichiarano i consiglieri -, si devono moltiplicare gli sforzi per accelerare le pratiche e venire incontro a chi ha più necessità di aiuto. È un dovere istituzionale dei comuni sostenere i cittadini e le famiglie in difficoltà, con le risorse del proprio bilancio. A maggior ragione questo deve avvenire quando una legge regionale stanzia delle risorse da erogare urgentemente in favore delle famiglie più colpite dalle conseguenze del Coronavirus ed il Comune si deve limitare a dare attuazione a quelle disposizioni. Insomma un lavoro ordinario, poco più che da passacarte. Così accade che il 10 aprile il Consiglio regionale approva la legge, due giorni dopo la giunta adotta i criteri, eroga l’articolazione del 25%, e pubblica il modulo per far richiesta di contributo”.
“I comuni si attivano, raccolgono le domande ed erogano i contributi a chi ne ha diritto, non tutti però. A Castelsardo tutto tace e a distanza di oltre 40 giorni dalla legge e dalla delibera della Regione di assegnazione dei fondi, non è stato erogato nessun contributo, mentre le famiglie devono continuare a pagare le bollette, la spesa e far fronte a tutte le esigenze primarie. Per questo – concludono – ci chiediamo come mai il comune di Castelsardo, prima considerato un modello di efficienza anche nel settore dei servizi sociali, con personale professionalmente preparato e qualificato, non riesca a dare risposte tangibili alle 500 domande presentate e continui a tenere in cassa le risorse destinate dalla regione alle famiglie che vivono in città che ne hanno diritto ed urgente necessità”.