Il Presidente sardo dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia, Emiliano Deiana, si è detto preoccupato per la recente impennata di contagi in Sardegna.
Secondo Deiana, in estate l’attenzione sulle precauzioni si è notevolmente abbassata, perché nelle discoteche, nei matrimoni e nelle feste si sono creati assembramenti, anche a causa dell’idea di una Sardegna Covid-19. Ora che la stagione autunnale è alle porte, il pericolo aumenta: con il freddo, si stara maggiormente al chiuso e a contatto con gli altri.
La Sardegna, sottolinea, “ha una componente di persone fragili, come anziani, persone con disabilità, persone con altre patologie, particolarmente elevata” e il sistema sanitario regionale potrebbe non reggere l’urto di una diffusione elevata della pandemia. “Durante il periodo di pace non si sono predisposte le necessarie terapie intensive basate su un ritorno prepotente della malattia. Non si sono volute aprire scuole nei paesi per limitare il pendolarismo e gli assembramenti sugli autobus”.
“Non si può lasciare – denuncia Deiana – alla decisione ai singoli sindaci per nuovi lockdown senza una strategia almeno regionale: il virus non ha confini continentali figuriamoci se li può avere comunali. A oggi, non c’è una campagna scientificamente coordinata dalle strutture sanitarie di tamponi e test seriologici sulla popolazione”.