“Un passo importante per restituire ai Sardi una sanità efficiente e più vicina ai reali bisogni dei cittadini, più razionale nella spesa delle risorse e più attenta alla qualità delle cure e al decoro delle strutture”. Così il Presidente della Regione Christian Solinas commenta il testo di legge approvato dal Consiglio Regionale, che, ha detto, rappresenta il primo dei tre passaggi legislativi con i quali, mediante testi organici, disegneremo la nuova sanità sarda.
“Per apprezzarne i contenuti – dice il Presidente – occorre dunque sottrarre questa legge alla cronaca e inquadrarla in uno scenario nuovo e complessivo che stiamo delineando. Ciò che ha animato questa riforma non è una furia iconoclasta indirizzata a cancellare tutto ciò che è stato fatto in passato. Alcune scelte appaiono ancora oggi valide e le abbiamo salvaguardate, ma è innegabile che vi sia in tutti i sardi un profondo disagio nei confronti di un sistema sanitario percepito come lento, inefficiente, irrazionale, che oltre a danneggiare i cittadini con l’erogazione di un servizio non all’altezza delle aspettative, ha spesso mortificato le alte professionalità presenti nelle strutture pubbliche sarde.
“Il primo passo che abbiamo voluto compiere è stato quello di un nuovo governo e una nuova organizzazione del sistema, per poi passare al nuovo assetto territoriale dei servizi e alla riorganizzazione della rete ospedaliera, con la quale attueremo il più grande investimento di edilizia sanitaria mai attuato in Sardegna e manterremo, potenziandoli e razionalizzandoli, i servizi sul territorio. La Sardegna tornerà ad investire sulle strutture sanitarie, ne progetteremo e realizzeremo di nuove, proprio per rispondere ad una domanda reale fortemente espressa da tutta la società sarda. Quando la riforma sarà completata, potremo davvero incidere su tutti i nodi della sanità sarda”.
“Non si tratta affatto di un ritorno al passato, alle “vecchie ASL” – precisa il Presidente – ad un sistema farraginoso e lontano dalle esigenze quotidiane degli utenti, ma invece di un riavvicinamento del sistema sanitario ai cittadini, ad un’inversione di tendenza: dal cittadino che, talvolta faticosamente, ricerca i servizi ai quali ha sacrosanto diritto, ad un sistema che si protende verso il territorio ed eroga ciò che realmente è necessario, privilegiando la qualità e razionalizzando la spesa. Per ottenere questo, abbiamo ritenuto indispensabile abbandonare la logica di un’ATS che ha dimostrato di non rispondere alle aspettative per le quali era stata creata dai nostri predecessori”.
“L’idea di un ritorno alla sanità decentrata, vicina al territorio, sollevata da incombenze amministrative che sottraevano risorse ed energie, nasce dal fatto che il precedente sistema ha di fatto allontanato i cittadini dalla sanità pubblica, percepita come una macchina confusa, arretrata e ritardataria nelle risposte. Oggi – conclude Solinas – siamo fra le regioni più sofferenti in Italia secondo tutti gli indicatori, e abbiamo un disavanzo tra i più alti.