La Sardegna è la regione che ormai da anni detiene il triste primato italiano d’incidenza di diabete di tipo 1 e seconda al mondo solo alla Finlandia. Oltre 12mila maggiorenni, 1.500 minorenni e circa 120 esordi all’anno. Ogni anno nl’isola registra circa 120 nuovi casi di diabete tipo 1 nella fascia di età 0-14 anni e un bambino ogni 150 è affetto da questa patologia.
“Attraverso intelligenze artificiali come i micoinfusori si trova supporto nel cercare di mimare la fisiologia della secrezione insulinica endogena, personalizzare e gestire i boli, monitorare costantemente le glicemie, riducendone le escursioni e quindi il tempo passato in ipo/iperglicemia e aumentando il così detto time in range”, dichiara in una nota Mariangela Ghiani, vice presidente Società Italiana di Diabetologia della Sardegna.
“Nell’Isola purtroppo, ancora oggi le persone con diabete non possono usufruire di tutte le tecnologie che oggi il mercato offre – afferma Gianfranco Madau, presidente Associazione Medici Diabetologi sardi – Alcuni farmaci non sono ancora prescrivibili in Sardegna, mentre lo sono nel resto dell’Italia”.
“L’uso delle tecnologie più moderne consente di migliorare il tempo trascorso, nell’arco delle 24 ore, all’interno di un preciso intervallo di valori glicemici, le glicemie medie e la variabilità glicemica e quindi di ridurre il rischio delle temute complicanze croniche del diabete (retinopatia, nefropatia) – osserva Carlo Ripoli, Direttore SSD Diabetologia Pediatrica, AO G.Brotzu di Cagliari -, ma consente anche di limitare le complicanze acute e in particolare le ipoglicemie e l’ansia che ne derivano”.
Da qui l’appello alle istituzioni da parte di Riccardo Trentin, presidente Federazione Rete Sarda Diabete Ets-Odv: “Consentite anche alla Sardegna di prescrivere in deroga rispetto al bando Piemonte”.