Erbì (Fratelli d’Italia): “Pronto Soccorso, non abbassare la guardia”

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“Secondo i dati dell’ISS, il 7% dei contagi nazionali è avvenuto all’interno degli ospedali, spesso nelle unità di Pronto Soccorso. Ad Alghero invece i protocolli stringenti seguiti nel triage hanno permesso al pronto soccorso di scremare i pazienti azzerando il rischio di contagio. Le regole da seguire son state tanto rigide che perfino le visite dei parenti sono state interrotte sin da subito: l’entrata è stata consentita ai soli dipendenti”. È quanto afferma Alessandra Erbì, del direttivo Fratelli d’Italia Azione Alghero.

“Seguendo la cronaca di questa epidemia – prosegue -, durante la chiusura abbiamo imparato che i Pronto Soccorso sono stati alcuni dei luoghi più colpiti e i professionisti sanitari sono stati fra i più esposti al rischio. La pressione e lo stress affrontati durante la Fase 1 non sono ancora scomparsi. La gestione intelligente dei cittadini positivi al virus, insieme al tempestivo intervento dell’Amministrazione, l’attivazione del C.O.C. e la collaborazione con il Presidente della Commissione Sanità Christian Mulas, hanno reso Alghero una città sicura: un’oasi fortunata all’interno di una provincia molto colpita. Chi oggi decide di recarsi presso il Pronto Soccorso deve essere il più responsabile possibile: solo per casi di evidente urgenza, dopo aver contattato il proprio medico di riferimento, medici di famiglia ai quali come operatori sanitari chiediamo la massima collaborazione”.

“Una volta arrivati al Pronto Soccorso è necessario essere muniti dei dispositivi di protezione individuale come guanti e mascherina, seguire scrupolosamente i protocolli di sicurezza e soprattutto non aver paura di raccontare al personale la presenza di eventuali sintomi influenzali. Un covid-positivo che non dovesse mettere in guardia il personale sulla presenza di sintomi espone a rischio la funzionalità dell’unità stessa, con una serie di problemi a cascata che rendono più difficile l’importante lavoro svolto dal personale sanitario: tutti gli operatori presenti andrebbero incontro alla quarantena, sottraendo forza al presidio. Un modo per ringraziare i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e gli operatori della sanificazione – conclude Erbì – che hanno prestato servizio negli ospedali durante questa emergenza e non vanificare i loro sforzi è quindi mantenere alta la guardia e non sottovalutare i rischi che si corrono andando con superficialità nei luoghi più delicati di questa battaglia”.

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