Il Coordinamento Precari Scuola Sardegna sarà presente domani al flashmob organizzato dai sindacati in occasione dello sciopero dell’8 giugno.
“Ci uniamo al coro dei sindacati nell’affermare che la politica del Ministero non sta dando risposte ai problemi della scuola che si perpetuano da anni e che il Covid-19 ha messo in evidenza oggi più che mai, ma soprattutto non garantisce il diritto allo studio dei nostri ragazzi, futuro della nazione”. Fanno sapere dal Coordinamento.
Diritto allo studio dimenticato
“La scuola sembra essere l’ultimo dei problemi per il Governo dato che con delle gabbie di plexiglass si pensa di aver risolto tutto – denuncia il Coordinamento -. I nostri ragazzi hanno diritto allo studio, questo dice la Costituzione. I nostri ragazzi hanno diritto ad ore da 60 minuti per poter avere il tempo di imparare e non da 40 minuti come si ipotizza di fare pur di non assumere nuovo personale. Ridurre il tempo scuola non è accettabile, si deve aumentare l’organico in modo da garantire lo stesso tempo scuola in presenza a tutti i ragazzi. Non vogliamo sentire parlare di didattica a distanza. E’ stata una risposta all’emergenza e tale deve rimanere. A scuola si impara a stare con gli altri, a capire come le proprie esigenze devono coesistere con quelle degli altri, si impara ad aiutarsi, a stare insieme, a stare in relazione, non si può ridurre la scuola ad un video sbiadito della scuola reale. Noi non dimentichiamo i 50.000 studenti sardi mai raggiunti dalla didattica a distanza, loro devono essere la nostra priorità il prossimo anno, dobbiamo metterli al passo e evitare che abbandonino. Abbandonerebbero certamente davanti ad un nuovo anno con didattica a distanza”.
Diritto alla salute dimenticato
“Gli studenti hanno diritto ad un ambiente scolastico sicuro e salubre che ad oggi non si sa ancora come garantire. Si parla di lezioni all’aperto, ma come si dovrebbe fare nelle giornate di pioggia e di maestrale? Si parla di utilizzare palestre e teatri, ma non tutte le scuole ne sono munite, e poi come dovrebbero turnare le classi in sedi diverse? Perché non si parla di edilizia scolastica? Perché non si parla delle oltre 300 scuole che sono state chiuse in Sardegna? E degli accorpamenti previsti?”.
Disabilità dimenticate
“Gli studenti con disabilità – evidenziano – hanno diritto alla continuità didattica e al miglior insegnante possibile. Anche quest’anno il corso di specializzazione sul sostegno in Sardegna prevede circa 400 posti a fronte di 3000 cattedre che saranno assegnate a docenti precari non specializzati come sempre negli ultimi 10 anni. Ci chiediamo per quale motivo il Ministero continui a centellinare i posti disponibili invece di garantire il numero di docenti specializzati necessario aumentando il numero di specializzazioni”.
“Anche sul versante dei lavoratori si dimentica il diritto al lavoro dei precari sardi. Piuttosto che assumere dalle graduatorie provinciali i precari sardi che da anni tengono aperte le scuole si preferisce attuare la “Call Veloce”, una norma spacca-famiglie che da un lato costringerà molti vincitori di concorso nella penisola a scegliere tra poter avere il posto a tempo indeterminato e poter stare vicino ai propri cari e dall’altra causerà la sostituzione dei precari sardi con docenti provenienti da altre regioni d’Italia. Non sarebbe più sensato formare ed assumere i precari già presenti in Sardegna? I docenti attualmente precari in Sardegna sono 5000 e spesso non hanno avuto la possibilità di abilitarsi e quindi partecipare ad un concorso a causa della mancata attivazione di sufficienti abilitazioni nell’isola. Noi pensiamo che sia ora per la Sardegna di pretendere di poter formare ed assumere il personale scolastico di cui ha bisogno senza importarlo da altre regioni. Per queste ragioni e molte altre saremo in Piazza d’Italia l’8 giugno dalle ore 11.00 accanto ai sindacati“.