Sassari, il M5S denuncia il caos negli uffici comunali

“I dipendenti di una Amministrazione pubblica sono ingranaggi di un meccanismo che per funzionare al meglio, per offrire prestazioni in grado di rispondere alle domande, deve essere rodato, oliato, completo e curato. Così non è però nel caso dei dipendenti del Settore Attività Produttive ed Edilizia Privata del Comune di Sassari. Le condizioni di lavoro in cui sono costretti ad operare si sono aggravate con lo scorrere degli anni, evidenziando sempre di più l’inadeguatezza e l’assenza del sindaco di Sassari che, nello specifico, ha un ruolo importante in tema di salvaguardia e tutela dei suoi dipendenti, ingranaggi del meccanismo che fa muovere la macchina. Macchina che infatti, purtroppo, rallenta sino a restare ferma”. Come da norma in tema di “Violazione dei termini procedimenti e responsabilità” (art. 19 comma 3 LR 24/2016), i dipendenti hanno avvisato l’Amministrazione comunale perché non vogliono rispondere di inadempienze dovute al mancato rispetto dei termini dei procedimenti.

La situazione, denunciata da alcuni dipendenti comunali, sarà oggetto di interrogazione del Movimento Cinque Stelle, i cui portavoce in Consiglio Desiré Manca e Maurilio Murru, acquisita la documentazione necessaria, hanno sin da subito preso in carico la questione che oltre al funzionamento della macchina amministrativa, oltre al soddisfacimento delle richieste cui deve rispondere un determinato Settore, ha messo e sta mettendo a repentaglio anche le condizioni psico fisiche dei dipendenti, uomini e donne che non devono e non possono essere assolutamente considerati come ultima ruota del carro. “Fra il personale crescono sentimenti di inquietudine e frustrazione, stato di malessere diffuso e generale di cui l’Amministrazione di Sassari è a conoscenza sin dal 2011. Vulnerabilità, sottodimensionamento, costante stato di emergenze e straordinarietà, difetto nella copertura amministrativa, nella tutela legale e nella giusta indennità: un consistente aumento di responsabilità che in aggiunta a procedimenti sempre più complessi e numerosi genera errori di cui il dipendente è chiamato a rispondere”.

Il 29 novembre 2012 l’allora responsabile del Servizio Tecnico Edilizia Privata comunicava a sindaco, direttore generale e dirigenti di settore l’impossibilità a rispettare i tempi per i procedimenti, anche a causa di una diminuzione del 20% del personale. Intanto arriva il “Piano Casa”, carico di lavoro enorme che andava a sommarsi al resto: il 27 novembre 2014 l’istanza legata all’impossibilità a garantire tempi procedimenti presenti e futuri viene ribadita. Altro segnale legato all’eccessivo carico di lavoro arriva nel dicembre 2016, aggravato dall’attivazione dello Sportello Unico Edilizia e relativo portale tematico. Nuove richieste di aiuto, ma nessuna risposta mentre lo Sportello Unico Edilizia non ha mai raggiunto il livello di operatività auspicato, restando una semplice “casella postale”. Cresceva esponenzialmente anche l’insoddisfazione dell’utenza per i ritardi nella conclusione dei procedimenti, ritardi che dal 13 marzo 2017 avrebbero cominciato a rendere legittimi gli interventi edilizi proposti anche se in contrasto con le norme pianificatore per impossibilità – causa tempistica – di portare una azione inibitoria allo scadere del termine prescritto. L’ufficio non riesce a garantire i termini, le contingenze sono a tutt’oggi esistenti.

“Servivano nuove risorse umane, lo dice a chiare lettere la determina 16 marzo 2017: ma per quanto riguarda il servizio di edilizia privata non c’è stata soluzione. Non solo non migliorano le condizioni pregresse ma c’è un ulteriore aggravio di asfissianti condizioni di lavoro – affermano Desiré Manca e Maurilio Murru -. L’Atto di Organizzazione interna è nuova causa di inquietudine e frustrazione: la disposizione attribuisce a chi, da anni, evidenzia oggettive e riconosciute inadeguatezze in termini di risorse umane la fase procedimentale, la gestione dell’intero procedimento e le relative responsabilità. Le nuove mansioni attribuite influiscono negativamente sull’insieme. Non si tratta di curare una semplice compilazione, ma anche di seguire precedenti fasi di analisi e studio nel rispetto di parametri normativi riferibili ad una pluralità di fonti, tutto in un orario di lavoro in cui, gli stessi dipendenti, esercitano anche il servizio di consulenza. Morale della favola? Più errori, lamentele dell’utenza, solleciti continui, aggravarsi del contenzioso e ricadute sanzionatorie sul dipendente”.

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