Il Nursing Up, sindacato delle professioni infermieristiche, sigla maggiormente rappresentativa del Comparto Sanità, richiede un incremento, attraverso fondi dell’Assessorato Regionale alla Sanità, delle indennità speciali da riconoscere al personale in servizio durante l’emergenza COVID sul territorio della Regione Autonoma della Sardegna. Questa segreteria infatti ritiene totalmente insufficiente e irricevibile sia l’entità esigua delle risorse messe in campo, sia la ripartizione delle risorse presenti nel “Ipotesi di ripartizione indennità COVID”.
La segreteria del sindacato ha chiesto alla Regione e al’Assessorato un immediato incremento dei fondi, attraverso risorse del bilancio regionale, al fine di garantire un adeguato riconoscimento economico ai professionisti in servizio presso le Aziende Sanitarie della RAS durante l’emergenza COVID+, ed ampliare la platea dei sanitari interessati dal provvedimento riconoscendo importi dai 100 ai 50 euro giornalieri a seconda dell’esposizione al rischio del professionista così come indicato nelle nostre precedenti richieste. Si richiede in aggiunta un indennizzo di euro 2000 a tutti quei sanitari che hanno contratto il virus durante lo svolgimento del servizio.
“Riteniamo che la Regione debba prendere atto che il personale sanitario in servizio presso le Aziende Sanitarie della Sardegna è risultato uno dei più colpiti in Italia dall’infezione dovuta allo svolgimento del servizio. La Regione sia cosciente del disagio creato a numerosi professionisti infermieri trasferiti, con urgenza, in Reparti Intensivi e Infettivi senza una adeguata formazione e affiancamento e che con spirito di abnegazione e nel silenzio hanno affrontato, a rischio della propria incolumità, il nuovo incarico assegnato con risultati proficui”.
“Una istituzione come la RAS non può illudere i professionisti, che al fine di tutelare i propri familiari dall’infezione sono dovuti ricorrere all’affitto di unità abitative, ha annunciato l’apertura di alberghi destinati al personale sanitario in servizio con i pazienti positivi e che, neanche nei territori più colpiti come il sassarese, hanno mai visto realmente la luce”.
“Questa Segreteria non è pertanto disposta -conclude -, a tutela dei suoi iscritti, ad accettare l’esigua entità delle risorse messe in campo, a maggior ragione alla vigilia della fase due, dove le strutture sanitarie saranno costrette a gestire contemporaneamente sia l’ordinaria amministrazione che la prevenzione di una nuova ondata di infezioni. Non tollereremo che il passaggio degli Infermieri da “eroi” a “cornuti e mazziati” avvenga nel silenzio generale”.