Dura presa di posizione della Lega Sardegna, dopo che il Consiglio dei Ministri ha impugnato due leggi regionali approvate a febbraio. La prima verte sull’apertura degli stabilimenti balneari tutto l’anno e non solo nei mesi estivi, che però prevede che la possibilità dei concessionari di presentare una domanda ai comuni entro ogni ottobre per non smontare le strutture, garantendo però almeno per dieci mesi l’attività. La seconda, proposta dal Psd’Az, dà la possibilità ai Comuni costieri lo stoccaggio della posidonia, per liberare le spiagge dalle alghe durante la stagione estiva.
Dopo l’approvazione, soprattutto della prima legge, l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig) ha duramente criticato la prima legge, definendola “legge scempia-spiagge”. Il Consiglio dei Ministri ha motivato l’impugnatura in quanto le leggi esulerebbero dalle competenze regionali, che invece sarebbero nazionali.
La Lega Sardegna ha replicato che non capisce “la decisione dell’esecutivo nazionale, né della gioia dei consiglieri regionali sardi dopo la notizia che il CdM ha deciso di impugnare le nostre leggi regionali”.
“In un periodo di grave emergenza e incertezza lavorativa, come quello che attualmente viviamo, la possibilità di destagionalizzare e non sottoporre le imprese a ulteriori ed esose spese con l’obbligo di smontare i manufatti amovibili era, ed è tuttora, da noi ritenuta un importante e differente occasione di sviluppo economico. A quanto pare, però, questo poco conta per il Ministro per gli affari generali e le autonomie, di cui tra l’altro non ci risulta essere grande sostenitore, che magari preferisce l’indebitamento delle imprese”, ha rimarcato Dario Giagoni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale.
“Mi dispiace deludere chi da mostra ancora una volta di essere contro gli interessi del nostro popolo – ha aggiunto -, ma noi non ci facciamo intimidire ne ci arrendiamo. Tutta la documentazione è al vaglio dei nostri legali e faremo di tutto per far valere le nostre ragioni. Ragioni, lo sottolineo qualora ce ne fosse ancora bisogno, a favore del lavoro e dell’occupazione ma mai contro l’ambiente come alcuni vorrebbero ancora erroneamente far credere”.