L’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) prende posizione e lamenta gli attacchi ricevuti, affermando che non è accettabile pretendere “dalla componente infermieristica disponibilità, abnegazione e silenzio e poi venire accusati di essere preoccupati rispetto a proposte lavorative quantomeno discutibili e tra l’altro considerati irresponsabili“. A questo si aggiunge, il reclutamento di figure mediche da parte della protezione civile con un trattamento ben diverso da quello proposto alla parte infermieristica.
Seppur l’OPI precisa che non è certamente il momento di innescare o alimentare battaglie di nessun tipo, ma è l’ennesimo oltraggio verso una categoria di lavoratori a cui non viene riconosciuto il sacrificio e la professionalità messa in campo al servizio dell’intera comunità. “Il merito non lo si riconosce solo con una pacca sulla spalla e tantomeno definendoci eroi, tanto più oggi, dove si prende atto della proposta economica fatta a un’altra categoria sanitaria e la cifra, una tantum (100 euro) prevista per gli infermieri in servizio nel mese di Marzo o le proposte per un reclutamento rapido manifestate ai giovani infermieri”.
“Come infermieri abbiamo sempre sostenuto che nell’attualità l’unico pensiero fosse l’emergenza COVID-2019 e ne siamo ancora convinti, ma non permettiamo che ci si tratti da servi silenziosi. Forse è più elevato il rischio in una categoria piuttosto di un’altra, ancora oggi in questa situazione dobbiamo accettare passivamente di essere discriminati in questo modo. O forse chi ha la barra del timone per condurre la barca in questo momento, dove tutti indistintamente siamo dentro, ha per un attimo dimenticato che esistiamo o peggio ancora non vuole consapevolmente rendersene conto?“.
È un fortissimo grido dall’allarme che viene lanciato dagli infermieri, che non sono alla ricerca di facili ringraziamenti, ma aspettano una considerazione e il rispetto che meritano, senza essere trattati dagli ultimi dei sacrificabili. “Chi non vive le situazioni odierne nelle varie realtà regionali, non può avere la percezione dei pensieri di chi giornalmente deve comunque prendersi cura dei suoi pazienti, consapevole di non essere messo nelle condizioni di poterlo fare nel miglior modo possibile e in completa sicurezza“.
“Con nessun intento polemico – conclude l’OPI -, ma sempre con atteggiamento collaborativo, lo dobbiamo ai cittadini e a noi stessi come professionisti, continuiamo a sostenere che si cerchino delle soluzioni con gli stessi strumenti con cui si son creati i problemi. Per concludere, anche questo lo dobbiamo come rappresentati di Ordine ai nostri iscritti, garantiamo che passata la fase critica ci sarà molto da discutere sui modi con cui si è affrontata l’emergenza”.