È iniziata la campagna di controlli dell’Ispettorato Forestale di Cagliari per presidiare la sostenibilità della pesca dei ricci di mare, specie il cui stock è in forte sofferenza in molte aree del mare territoriale, come confermato dal Decreto assessoriale N. 2508/DecA/49 del 7 novembre 2019
Per estendere i controlli a tutta la filiera, dalla pesca alla commercializzazione e alla somministrazione, l’operazione è stata pianificata in collaborazione col Servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione (Sian).
I risultati conseguiti confermano, purtroppo, un alto grado d’illiceità nelle attività di gestione del riccio di mare, a detrimento della biodiversità, della sostenibilità economica e della salute dei consumatori.
I CONTROLLI
Sono stati eseguiti una serie di controlli che ha portato al sequestro di oltre 2 kg di polpa di riccio preparata illegalmente, e alla contestazione di molteplici violazioni alle norme sulla tracciabilità, confezionamento, conservazione degli alimenti e infine in materia di sicurezza alimentare e informazione al consumatore.
L’attività del Corpo forestale congiunta col Servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione, ha interessato complessivamente 27 attività tra ristoranti, rivendite (legali e abusive) e Centri di Smistamento di prodotto.
Complessivamente sono state contestate 9 violazioni amministrative per un valore complessivo di 45.000 euro, che riguardano:
– la vendita illegale di vasetti di polpa di riccio in strada;
– la somministrazione di preparati a base di ricci di mare confezionati illegalmente e in assenza della documentazione sulla tracciabilità e confezionamento.
Inoltre per due ristoranti cagliaritani, viste le gravi irregolarità riscontrate in materia d’igiene, l’ASL ha emesso altrettante ordinanze di sospensione dell’attività (chiusura del ristorante) sino all’ottemperanza delle prescrizioni impartite.
Nell’ambito dei controlli principalmente rivolti alla filiera del riccio di mare sono state riscontrate anche violazioni in materia d’igiene e sicurezza degli alimenti, in quanto si è accertata la detenzione di prodotti della pesca conservati non conformemente alle norme vigenti, di cui non è stato possibile risalire alla provenienza.
Il Sian ha inoltre contestato l’inidoneità dei locali di un esercizio all’immagazzinamento degli alimenti, situazione che ha portato al sequestro di 50 kg di pesce e al sequestro amministrativo del locale stesso.
IL BILANCIO
L’operazione s’inquadra nell’attività svolta dal Corpo Forestale a tutela della specie: la collaborazione con il Servizio SIAN della ASL ha permesso di estendere i controlli alla sicurezza alimentare; l’esito degli interventi ha fatto emergere che la gran parte dei ricci di mare è somministrata e commercializzata in assenza delle garanzie sulla salute e sicurezza alimentare.
Inoltre, fra i trasgressori figurano non solo pescatori abusivi ma anche soggetti regolarmente autorizzati. Le attività del Corpo forestale con il Supporto della ASL -Servizio SIAN proseguiranno per tutta la stagione di pesca.
L’APPELLO
Si rivolge un appello ai consumatori che hanno a cuore la propria salute e la biodiversità marina, affinché evitino l’acquisto della polpa dei ricci smerciati in bancarelle: nessun rivenditore ambulante è autorizzato a confezionarla né a somministrarla come condimento dei cibi.
In ogni modo, è vietato vendere la polpa di riccio all’interno di contenitori improvvisati e privi di regolare etichettatura: il contento non è conforme alle norme sull’igiene e con tutta probabilità proviene da ricci non commercializzabili legalmente perché pescati sottomisura (il diametro minimo previsto dalle norme di tutela è di 50 mm, esclusi gli aculei).