Dieci anni con il Polo Universitario Penitenziario dell’Università di Sassari: firmato il nuovo protocollo d’intesa

Da sinistra: Daniele Maoddi ERSU, Marco Porcu del PRAP, Gavino Mariotti UNISS, Guglielmo Sacco UIEPE, Emmanuele Farris UNISS

Oggi si è celebrato il decennale del Polo Universitario Penitenziario (PUP) nell’aula magna dell’ateneo di Sassari. Ѐ stata l’occasione per firmare il terzo protocollo d’intesa, valido per il triennio 2024-2027, alla presenza dei vertici di tutti gli enti coinvolti: Università di Sassari, Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria (PRAP Sardegna), Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE Sardegna), Centro Giustizia Minorile di Cagliari (CGM) e, per la prima volta, l’ERSU di Sassari.

PUP Uniss: gli albori – Risale al 26 marzo 2014 la prima firma di un protocollo d’intesa bilaterale tra Università degli Studi di Sassari e Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP); a questa seguì, 6 anni dopo, la firma di un nuovo protocollo, molto più esteso e dettagliato, quadrilaterale, allargato anche all’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) e Centro Giustizia Minorile (CGM) di Cagliari. 

L’Università di Sassari vanta un lungo percorso di collaborazione con il Ministero della Giustizia, che risale sino agli anni ’90 e 2000, con la firma di accordi con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e il Dipartimento della Giustizia Minorile (DGM, oggi Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità – DGMC). Ma la costituzione formale di un Polo Universitario Penitenziario venne avviata solo a partire dal 2014. Si partì con 20-30 studenti, prevalentemente concentrati negli Istituti Penitenziari di Alghero e Tempio Pausania, per arrivare ai circa 70 di oggi, detenuti non solo nei 4 Istituti Penitenziari convenzionati (oltre ad Alghero e Tempio Pausania, anche Sassari e Nuoro), ma anche in altri Istituti regionali e italiani. Sempre più consolidata la componente in esecuzione penale esterna, che rappresenta mediamente il 10% della popolazione studentesca.

I numeri: 20 lauree, circa 70 studenti – Negli Istituti Penitenziari in cui opera, l’Università di Sassari impegna in percorsi universitari in media il triplo dei detenuti rispetto alla media nazionale (5-6% rispetto al 2%), con punte di eccellenza nelle due Case di Reclusione di Tempio Pausania (15-17%) e Alghero (8-10%). La popolazione studentesca attiva afferente al PUP si è costantemente attestata intorno alle 60-70 unità nell’ultimo quinquennio, che ha visto circa 20 laureati.

Gli studenti in regime di detenzione sono iscritti prevalentemente ai corsi di laurea dei Dipartimenti di Agraria, Storia Scienze dell’Uomo e della Formazione (DISSUF), Scienze Umanistiche e Sociali (DUMAS), Giurisprudenza e Scienze Economiche e Aziendali (DISEA): negli ultimi anni aumenta la richiesta anche per i corsi del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica (DADU).

Il PUP per il Public engagement – Il modello organizzativo del PUP Uniss, con ampio dispiego di docenti e personale amministrativo, permette di erogare servizi specifici che vanno dall’accesso ai materiali di studio al supporto per le pratiche amministrative, dalla facilitazione del contatto con i docenti alla realizzazione di progetti culturali e formativi, realizzati con enti di formazione, associazioni e Terzo settore in generale, aperti anche a detenuti non iscritti all’Università.

I progetti di Agricoltura sociale e LiberArte – In questo contesto si collocano due progetti d’avanguardia lanciati nel 2022 e concretizzati nel 2023-24: uno di carattere culturale denominato LiberArte, l’altro più applicativo sull’Agricoltura Sociale. Entrambi sono in corso di svolgimento nelle due Case di Reclusione di Alghero e Tempio Pausania e coinvolgono complessivamente più di 100 partecipanti: ambiscono non solo a migliorare le conoscenze individuali in campo culturale e agronomico, ma anche a favorire l’inclusione e la cooperazione e a rafforzare le competenze trasversali dei partecipanti in ambiti spendibili per il reinserimento post-detentivo, anche in chiave occupazionale.

Le novità del nuovo protocollo: l’ingresso dell’ERSU e la “carta dei servizi” – Il 26 marzo si apre un’importante finestra sul futuro con la firma del terzo protocollo d’intesa valevole per il triennio 2024-27, alla presenza dei vertici di tutti gli enti firmatari. La novità di questa terza versione è innanzitutto l’ampliamento del partenariato a 5 istituzioni, con l’adesione dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Sassari (ERSU) che in 10 anni ha sempre fornito sostegno finanziario (soprattutto per l’acquisto dei libri di testo e da ultimo il supporto per l’avviamento di un laboratorio teatrale proprio nell’ambito del progetto LiberArte).

Una seconda novità del nuovo protocollo è costituita dall’aggregazione di precedenti convenzioni specifiche

Condividi questo articolo:

Commenta l'articolo sulla pagina Facebook del Tamburino Sardo

commenti