Tenendo fede alla famosa espressione dove si sostiene che “si nota più l’assenza della presenza”, il segretario del PD Elly Shlein ha rifiutato l’invito fatto da Giorgia Meloni per la partecipazione alla manifestazione Atreju di Fratelli d’Italia che si tiene ogni anno a Roma.
Alla manifestazione nel corso degli anni, hanno sempre preso parte esponenti di destra di sinistra, sindacalisti, giornalisti degli opposti schieramenti, che hanno potuto liberamente esprimere le proprie idee, i propri pensieri, la propria linea politica o editoriale, in un contesto considerato certamente di parte, ma accogliente e non ostile in maniera pregiudiziale. Famoso l’intervento di Giorgia Meloni in persona, ad Atreju 2019, quando dopo una prima “moral suasion” verso i militanti, mise letteralmente a tacere alcuni contestatori dell’allora Premier.
Perché la pratica della demonizzazione del nemico (mai avversario) politico, ormai è cosa nota e viene portata avanti dalla sinistra ogni qualvolta se ne presenta l’occasione.
Unica eccezione, l’invito fatto dalla CGIL al Presidente Meloni, con il maldestro tentativo di suscitare nel Premier, sensazioni di imbarazzo o difficoltà sulle note di “Bella ciao“. Appunto maldestro.
Ma per il segretario dei non iscritti, non si tratta certamente di una novità, il rifiuto di partecipare nelle situazioni poco gradite, ma che richiedono certamente correttezza istituzionale e buon senso, doti appartenenti evidentemente ai politici di alto profilo.
Tra le sue memorabili “perle”, ricordiamo la mancata presenza ai funerali di Silvio Berlusconi, in buona compagnia dell’avvocato dei fintostellati, Giuseppi.
Insomma, se da una parte c’è una destra che discute e si confronta forte della convinzione delle proprie idee e della sua storia, dall’altra, non tutti a dirla onestamente, c’è una sinistra che palesa l’incapacità alla discussione e al dibattito, che con luoghi comuni, frasi preconfezionate e talvolta con attacchi personali, prova a minare le fondamenta di movimento che ha dimostrato alla prova dei fatti, di essere responsabile, maturo e con una classe dirigente in crescita pronto a governare la Nazione nei prossimi anni.