Un gesto di solidarietà da parte dell’International Inner Wheel Club Sassari che ha donato un utile dispositivo alla neo Struttura semplice di viale San Pietro
Un gesto di generosità per venire incontro alle esigenze dell’Unità operativa di Chirurgia del piede diabetico dell’Aou di Sassari di nuova istituzione.
Un carrello multifunzione donato dall’associazione femminile International Inner Wheel Club Sassari che sarà utile per una migliore riorganizzazione dell’attività ambulatoriale all’interno della struttura semplice di viale San Pietro.
«E’ stato possibile fare questa donazione grazie a una raccolta fondi. Esprimo la nostra soddisfazione perché con questo gesto ci rendiamo utili agli altri ed è gratificante per tutte noi», ha dichiarato Rosa Foddai, la presidente dell’associazione.
La Sardegna per quanto riguarda i casi di diabete di tipo 1 ha il primato negativo nella classifica mondiale. Il cosiddetto “piede diabetico” o ulcera del piede ha un alto impatto epidemiologico. Colpisce infatti il 5% dei pazienti diabetici (circa 300 mila italiani) e determina un consumo di risorse pari al 25% circa della spesa complessiva per l’assistenza ai pazienti diabetici.
«Questa struttura è già operativa e si occupa dei pazienti con piede diabetico, cioè pazienti che rischiano l’amputazione del piede. Il carrello generosamente donato dall’associazione, ci consente di riorganizzare le attività ambulatoriali – ha affermato il dottor Renzo Boatto, responsabile della neo struttura – Noi lavoriamo in questo ambito da tanti anni e l’attività sul piede diabetico è partita da molto tempo. La presenza di un centro specifico andrà a ridurre la migrazione extraregione ancora significativa per questa patologia».
«Oggi sono disponibili presso questo centro – spiega ancora il dottor Boatto – presidi point care innovativi a filtrazione selettiva che permettono la produzione dei concentrati cellulari autologhi a partire da sangue periferico per il trattamento dell’ischemia d’arto e del piede diabetico e bioinduttori per la riparazione di perdite di sostanza con innesti eterologhi spesso eseguiti in tandem con i chirurghi plastici».
La gestione multidisciplinare del piede diabetico prevede la stretta collaborazione con l’Unità operativa di Radiologia vascolare e interventistica diretta dal dottor Aldo Pischedda e la struttura di Chirurgia Plastica diretta dal professor Corrado Rubino.
La Chirurgia del piede diabetico è dotata di quattro letti all’interno della Struttura complessa di Chirurgia Generale e d’Urgenza di cui è un’articolazione. Accoglie pazienti che arrivano da tutto il territorio regionale e da altre aziende sanitarie e garantisce le consulenze intraospedaliere. E’ operativo un ambulatorio trisettimanale in continuità assistenziale situato nella hall centrale delle stecche bianche al numero 66 e sono garantite due sedute operatorie mensili programmate in elezione nella Chirurgia generale (ex Patologia chirurgica).
«Ringrazio anche io l’associazione per la sensibilità. Ricevere un dono è molto importante perché ci gratifica e ci dà nuovo entusiasmo per lavorare – ha affermato il professor Fabrizio Scognamillo, direttore della Struttura complessa Chirurgia generale e d’urgenza – Confermo il grande impatto assistenziale che questi pazienti hanno sulla nostra attività. Nel nostro reparto di Chirurgia generale ci sono 22 letti e in questo momento ci sono 6 pazienti ricoverati e affetti da questa patologia. Ci sono poi molti pazienti che afferiscono all’ambulatorio. E’ un impegno importante perché il dottor Boatto e il suo staff si dedicano in maniera specifica a questa attività che è superspecialistica».
«Le attività svolte dall’unità operativa erano attività che prima erano parcellizzate e venivano svolte da tante strutture in maniera separata, ad esempio dalla chirurgia vascolare, dalla chirurgia plastica e dal centro ustioni – ha spiegato il professor Paolo Castiglia, responsabile della Direzione medica di presidio –. Il dottor Boatto si sta occupando di organizzare la nuova l’unità operativa e questa donazione ben si inserisce in questa strutturazione del percorso».