Oggi la “Giornata mondiale del Pane”. Inflazione, rincari e concorrenza dei prodotti surgelati mettono a rischio i forni e le produzioni. 900 imprese e 3mila addetti. Maria Amelia Lai (Presidente Confartigianato Sardegna): “Riprendiamo il lavoro sulla tutela del pane fresco sardo e accendiamo i riflettori sull’importanza di acquistare prodotti fatti con le mani dei nostri fornai”. Nel frattempo mancano i nuovi fornai.
“La Giornata mondiale del Pane rappresenta la giusta occasione per accendere i riflettori sull’importanza di acquistare prodotti locali, cotti nei forni del territorio e realizzati dai nostri fornai che sanno come valorizzare la materia prima e che creano prodotti salutari, ideali per un’alimentazione sana ed equilibrata”. Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, coglie l’occasione della Giornata mondiale del pane e dei prodotti da forno artigianali, che si celebra ogni anno il 16 ottobre, per dare risalto ai prodotti della filiera del frumento.
Nel frattempo i panificatori sardi continuano a sfornare pane ma, a causa del bassissimo potere d’acquisto dei cittadini, dell’inflazione galoppante, dei rincari delle materie prime e dell’energia, faticano a far quadrare i conti o lavorano in perdita. Con evidente calo delle vendite di rosette, michette, civraxiu e moddizzosu conseguenza del fatto che le persone comprano lo stretto necessario e cominciano a limitare gli sprechi scegliendo sempre più pezzature di pane da un chilogrammo, al posto della consueta forma da mezzo chilo, da consumare non solo nel giorno stesso, ma anche nei successivi.
“Oltre a ridare ai consumatori il giusto potere d’acquisto, dobbiamo anche lavorare anche sulla loro consapevolezza – continua la Presidente – perché gli alimenti locali, prodotti da forni della zona, rappresentano l’emblema della qualità e del gusto di un territorio intero. Il settore della panificazione artigiana è molto importante per l’economia territoriale, specialmente perché, a differenza di altri prodotti alimentari, il pane fresco non può per ovvi motivi affidarsi al canale dell’export. La nostra Isola conta grandi eccellenze nella produzione e come Associazione continueremo come sempre fatto a tutelare gli interessi di quei lavoratori che con il loro saper fare vogliono continuare a garantire un livello di prodotti eccellenti”.
Quello dell’“arte bianca” è un settore fondamentale per l’alimentare isolano ma messo a dura prova anche dalla concorrenza dei prodotti surgelati e lavorati in altri Paesi europei. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati ISTAT, la categoria rappresenta meno di 900 imprese che producono prodotti di panetteria freschi, di cui il 78%, pari a circa 700 unità, sono artigiane. Negli stessi panifici artigiani sono occupati oltre 3 mila addetti. Sempre secondo il dossier di Confartigianato, a livello regionale più di un terzo dei panettieri e pastai artigiani è difficile da reperire. Del totale delle entrate previste dalle imprese nel 2022 per le professioni di panettieri e pastai artigianali, il 38,4%, risulta di difficile reperimento. La quota di figure del settore ritenuta difficile da reperire cresce di 10,3 punti percentuali nel 2022 rispetto al valore del 2021.
Ed è proprio sulla mancanza di figure professionali adeguate che interviene Marina Manconi Presidente di Confartigianato Gallura e Panificatrice: “In troppi stanno sottovalutando l’importanza della costruzione di percorsi di inserimento nelle imprese di panificazione di giovani che possano imparare i segreti della tradizione e quindi garantire il passaggio generazionale”. “Il rischio è di perdere, oltre che una importante fetta di mercato – prosegue la Manconi – a discapito della qualità offerta da chi propone pane appena sfornato, ma prodotto con semilavorati e prodotti congelati, rispetto alla fragranza e freschezza del pane prodotto con materie prime fresche”.
Sul pane fresco, Confartigianato Imprese annuncia di voler riprendere l’azione per la reale e corretta applicazione della legge regionale di tutela del pane varata nel 2016, i cui effetti non sono tangibili. “E’ necessario – rimarca la Presidente Lai – riprendere quel lavoro interrotto per proteggere tutte le attività di panificazione e migliorare l’informazione al consumatore, continuando a mettere i fruitori nelle condizioni di riconoscere subito il vero “pane sardo” e il “vero pane fresco” da quello importato”. “Anche l’uso intelligente e strategico di questa legge, è necessario per riprendere la “battaglia culturale” per diffondere la cultura del pane nelle scuole, nelle mense e nel comparto turistico evitare la forte aggressione di prodotti pronti o semi pronti per dare un prodotto identitario che parli della nostra tradizione. un legame importante è quello con il settore primario – sottolinea la Manconi – lo abbiamo visto con la crisi del grano a seguito delle turbolenze internazionali. dobbiamo tornare a presidiare la filiera sin dal campo dando la giusta remunerazione a tutti dall’agricoltore al panificatore e offrendo un prodotto che da maggiori garanzie di sostenibilità anche etica”
Per l’Associazione Artigiana, infine, è, indispensabile tutelare le imprese che, anche in questi anni di crisi e calo dei consumi hanno comunque tenuto con forza e determinazione, sorretti dalla loro qualità.
“Nell’Isola ci sono centinaia di imprese con addetti e famiglie, che da oltre tre anni stanno affrontando una situazione di fortissima instabilità che ha messo a dura prova la tenuta delle produzioni e a rischio la qualità delle produzioni alimentari, simbolo della nostra Isola – conclude la Presidente Lai – senza interventi mirati e immediati il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto venire a mancare dalle tavole sarde e italiane”.